“Io, comandante di Wagner”, parla un ex paramilitare russo

“Io, comandante di Wagner”, parla un ex paramilitare russo
Marat Gabidullin
14 maggio 2022

Cappellino e polo verde militare con il simbolo di un teschio che tiene un coltello fra i denti, Marat Gabidullin ha lavorato come comandante per la controversa milizia privata russa Wagner tra il 2015 e il 2019, prima nell’est Ucraina e poi in Siria. Mentre fuma una sigaretta si racconta a France Presse. É il primo componente del gruppo paramilitare russo a farlo, in occasione dell’uscita del suo libro “Io, comandante di Wagner – Una testimonianza unica sull’armata segreta di Putin”, pubblicato in Russia, Francia ed edito in Italia da Pienogiorno (dall’11 maggio in libreria).

“É una specie di piccolo esercito – racconta Marat, 55 anni – è il suo scopo principale e a seconda della situazione nella regione dove le unità lavorano, può essere inviato da qualsiasi altra parte per risolvere altri problemi”. “Perché delle armi come quelle che abbiamo cadano nelle mani di gente come noi, bisogna che ci sia il permesso delle autorità di stato, niente di meno”, ha aggiunto, riferendosi alle volte che Putin ha negato la loro esistenza. “Anche noi (come gruppo Wagner, ndr) usiamo a nostra volta mercenari e in alcuni casi abbiamo usato questi mercenari in un modo che va contro tutte le leggi morali e i valori e in un modo simile che i paesi occidentali non possono averne idea”. Sull’Ucraina dice: “Avremmo dovuto cercare una soluzione ai nostri problemi interni e lavorato affinché la gente iniziasse a rispettarci e ammirarci, così da diventare un esempio di benessere e prosperità per l’Ucraina. Allora l’Ucraina sarebbe venuta da noi e non ci avrebbe respinto in questo modo”.

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