Ipotesi dimissioni Napolitano agita politica. Fi-Ncd, serve convergenza
Renzi: “Il presidente è e resta una garanzia per il Paese”. Intanto, il governatore del Piemonte Chiamparino si autocandida
L’ipotesi del dopo-Napolitano comincia ad agitare la politica e, in particolare, gli alleati di governo e “di riforme” di Matteo Renzi avvisano che sarà bene evitare iniziative solitarie da parte del Pd. Nei mesi scorsi diverse volte il presidente aveva evocato possibili dimissioni a breve e ieri era è stato Luigi Di Maio, M5s, a lanciare l’ipotesi di estendere il metodo-Consulta, ovvero l’accordo tra Pd e grillini, anche per la scelta del successore. Forse non è un caso che oggi Beppe Grillo sia entrato a gamba tesa contro il Quirinale, il premier e il leader di Fi, certamente rendendo più complicato uno scenario del genere. Ma stamattina anche sulla Repubblica è apparso un pezzo, non smentito, di Stefano Folli in cui si danno per certe le dimissioni di Napolitano a gennaio e a questo punto in molti cominciano a parlare esplicitamente della questione, anche perché dalle parti del Pd si dice abbastanza esplicitamente che una rottura del patto del Nazareno avrebbe ripercussioni anche su quel passaggio chiave. Renzi, ovviamente, si limita ad una dichiarazione di stima per Napolitano, senza commentare l’ipotesi di sue dimissioni e, anzi, lasciando intendere che lui sarebbe felice se il presidente restasse ancora al suo posto: “Napolitano è e resta una garanzia per tutto il paese”. Ma il ministro Maurizio Martina, a SkyTg24, ammette che Fi deve “dirci se vuole portare avanti le riforme” e poi aggiunge che “non è indifferente questa discussione delle prossime ore anche in vista dello scenario politico dei prossimi mesi”.
E sul Fatto quotidiano Sergio Chiamparino addirittura si auto-candida: “Se per la presidenza della Repubblica mi vogliono anche i Cinque stelle, sono già lì, ci vado di corsa”. Certo, l’attacco di Grillo rende meno facile un dialogo Pd-M5s anche sull’elezione del successore di Napolitano, ma che Renzi possa prendere in considerazione comunque maggioranze diverse per quel passaggio sembra un timore presente sia dalle parti di Ncd che di Fi. Per Renato Schifani bisogna “garantire il massimo della convergenza di tutte le forze politiche su una figura che deve rimanere terza”, mentre Renato Brunetta avverte, a proposito di un dialogo Pd-M5s: “Ma a Renzi non gli è bastata l’esperienza Bersani? A questo punto che faccia come crede noi gli diciamo semplicemente auguri…”.