Iran abbatte drone Usa. Trump: “Bombardare? Lo scoprirete presto”

20 giugno 2019

“Bombardare l’Iran? Lo scoprirete presto”. Cosi’ il presidente americano, Donald Trump, ha reagito all’abbattimento di un drone di parte dell’Iran. “Ha fatto un grave errore”, ha sottolineato il capo della Casa Bianca. Il drono americano era in volo sullo Stretto di Hormuz. E’ l’ennesimo segnale di crescente tensione nell’area. Secondo i Guardiani della Rivoluzione, il drone-spia aveva violato lo spazio aereo iraniano e aveva l’apparecchiatura di identificazione disattivata: partito da una base aerea americana nel sud del Golfo, volava sulla provincia meridionale di Hormozgan ed e’ stato colpito quando, nelle prime ore del giorno, e’ entrato nello spazio aereo del distretto di Kouhmobarak. Gli Usa hanno prima negato ogni movimento nell’area, ma dopo qualche ora hanno ammesso che un drone Usa era stato abbattuto da un missile terra-aria iraniano, sostenendo pero’ che volava nello spazio aereo internazionale.

Secondo alcuni media, tra le varie ipotesi sul tavolo ci sarebbero “un raid chirurgico contro i Guardiani della rivoluzione” (i Pasdaran) oppure “un attacco contro l’Iran con la collaborazione degli alleati nella regione e con la partecipazione della Gran Bretagna”. Per Vladimir Putim, un’eventuale guerra fra Usa e Iran sarebbe “una catastrofe”. “In quel caso sarebbe difficile calcolare le conseguenze dell’uso della forza militare contro l’Iran”, ha detto il capo del Cremlino. Il velivolo americano senza pilota, secondo il Pentagono, era un MQ-4C Triton, ‘cugino’ del Global Hawk, in grado di volare in missioni di ricognizioni per 24 ore con un sensore che fornisce una visuale a 360 gradi. Il prezzo del petrolio e’ balzato del 3% sopra i 63 dollari al barile. Il comandante in capo dei Pasdaran, il generale Hossein Salami, ha parlato di “linea rossa” superata.

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La violazione dei confini della Repubblica islamica dell’Iran “rappresenta la nostra linea rossa”: l’abbattimento, ha aggiunto il generale, e’ “un messaggio chiaro, chiaro e preciso da parte dei difensori dei confini della patria islamica dell’Iran”. A Teheran, il ministero degli Esteri ha definito l’azione statunitense “aggressiva e provocatoria”. E’ solo l’ultimo capitolo di un crescendo di tensione tra Iran e Usa in Medio Oriente. Nelle ultime settimane, Washington ha deciso di inviare piu’ truppe (l’ultima tranche, lunedi’ scorso, di mille soldati) e ha rafforzato il dispiego di navi da guerra e missili nel Golfo. La crisi si e’ acutizzata dopo il duplice attacco a navi cisterne e petroliere nello Stretto di Hormuz, l’ultimo la settimana scorsa, attacchi per cui Washington accusa Teheran. Nonostante l’Iran smentisca ogni coinvolgimento, gli Usa sono in pressing.

Nelle ultime ore, una fonte dell’amministrazione ha sostenuto che la mina magnetica usata la settimana scorsa nell’attacco contro la petroliera giapponese e’ simile a quelle in uso in Iran. A sentire il New York Times, l’amministrazione Trump ha informato il Congresso che Teheran ha legami con al-Qaeda: per ora la tesi non sembra aver fatto breccia a Capitol Hill, ma secondo il quotidiano tanto il segretario di Stato, Mike Pompeo, che funzionari del Pentagono hanno spiegato ai deputati che i legami risalgono addirittura a dopo gli attacchi dell’11 settembre. Nel tentativo di disinnescare una situazione rischia di diventare incandescente, il presidente francese, Emmanuel Macron, ha inviato mercoledi’ il suo piu’ stretto consigliere diplomatico, Emmanuele Bonne, a Teheran (e’ ripartito in serata dopo una serie di incontri, ma l’Eliseo non ha fatto sapere chi abbia visto). Il presidente Usa, Donald Trump, non ha ancora parlato, ma negli ultimi giorni e’ sembrato contraddire gli uomini dell’amministrazione, minimizzando la minaccia iraniana. Secondo Pompeo, Trump non vuole una guerra con l’Iran.

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