Trump, se Teheran ci colpirà risponderemo in modo sproporzionato

Trump, se Teheran ci colpirà risponderemo in modo sproporzionato
Ayatollah Ali Khamenei e Donald Trump
5 gennaio 2020

Continua l’escalation di tensione in Medioriente, dopo l’uccisione in un raid delle forze Usa a Baghdad del generale iraniano dei Pasdaran, Qassem Soleimani. Il presidente statunitense, Donald Trump ha soffiato sul fuoco su Twitter, scrivendo che gli Usa hanno già “nel mirino 52 luoghi iraniani”, “alcuni di livello molto alto e importanti per l’Iran e la cultura iraniana”. Immediata la replica dell’Iran. Se gli Usa compiranno un nuovo attacco dopo la rappresaglia iraniana per l’uccisione del generale Qassem Soleimani, Teheran ”cancellera’ Israele dalle carte geografiche”. Lo ha affermato Mohsen Rezai, ex capo delle Guardie della rivoluzione, attualmente segretario del potente Consiglio per la determinazione delle scelte, un organo di mediazione fra le diverse istituzioni dello Stato.

”Le truppe Usa saranno presto espulse dalla regione”, ha aggiunto Rezai, citato dall’agenzia Fars, parlando questa sera ad una commemorazione di Soleimani a Teheran. Ricordiamo che la convenzione dell’Aia del 1954, di cui gli Usa fanno parte, vieta azioni militari contro luoghi culturali, colpibili se assegnati a nuovo uso. L’Iran ospita 24 luoghi patrimonio dell’Unesco. In Europa, l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Joseph Borrell, ha parlato al telefono con il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Zavad Jarif, invitandolo a Bruxelles e chiedendo “moderazione”. In Italia, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha risposto alle polemiche sul ruolo delle basi Usa, “smentendo categoricamente” che ne siano partiti droni usati per il raid contro Soleimani. Analoga smentita dal ministro degli Esteri, Luigi di Maio. Guerini ha anche aggiunto, dopo che la coalizione anti-Isis ha sospeso le proprie attività in Iraq per proteggere i militari dispiegati, che “sarà la coalizione, con tutti i suoi componenti, a determinarne gli sviluppi”.

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Intanto, l’Iran rilancia. E dopo aver promesso di colpire “siti militari” statunitensi, Teheran ha annunciato che non rispetterà più i limiti fissanti nell’accordo con le potenze mondiali nel 2015 (anche con gli Usa, poi usciti unilateralmente per volontà di Donald Trump nel 2018). La Repubblica islamica si sgancia così dal testo che, in cambio dell’alleviamento delle sanzioni economiche, aveva limitato il suo programma nucleare per timore che si dotasse di armi atomiche. Niente più limiti all’arricchimento e allo stoccaggio di uranio, quindi, né allo sviluppo di attività nucleari. Attraverso la tv di stato, tuttavia, l’Iran ha anche insistito che la collaborazione con l’Agenzia internazionale dell’energia atomica “continuerà come prima” e che resterà aperto a negoziati con i partner europei, che non sono riusciti sinora ad accontentare la sua richiesta: poter vendere il suo greggio all’estero nonostante le sanzioni Usa. E ha confermato l’impegno a non lavorare per dotarsi di armi atomiche. Gli annunci sono arrivati nella giornata in cui centinaia di migliaia di iraniani hanno accolto il feretro del comandante delle forze Quds, riportata in Iran dall’Iraq. È arrivato ad Ahvaz, per poi essere spostato a Mashhad e lunedì a Teheran e Qom, per processioni pubbliche, infine a Kerman per la sepoltura.

Nelle stesse ore di domenica, il gruppo sciita libanese Hezbollah ha dichiarato che le basi militari Usa, le sue navi e truppe in Medioriente, ora sono un legittimo bersaglio. Un ex comandante dei Pasdaran ha inoltre definito Haifa e Tel Aviv, in Israele, possibili bersagli, e l’alto consigliere della Guida suprema dell’Iran Hossein Dehghan ha rincarato con Cnn: “La risposta sarà certamente militare, contro siti militari”, “l’unica cosa che può metter fine a questo periodo di guerra è che l’America riceva un colpo pesante quanto quello inferto”. Intanto, in Iraq, il Parlamento ha approvato la risoluzione che chiede la fine della presenza militare straniera, misura mirata all’espulsione dei 5mila militari statunitensi impegnati contro l’Isis. La tensione è altissima nella regione, dopo mesi in cui Teheran e Washington si scambiavano attacchi e minacce. E coem se non bastasse, nelle ultime ore arriva un ennesimoavvertimento dalla Casa Bianca. “Questo post valga come avviso al Congresso degli Stati Uniti, se l’Iran dovesse colpire qualsiasi persona o obiettivo americano, gli Stati Uniti colpiranno a loro volta in modo veloce e totale e forse sproporzionato. Questo avviso legale non è necessario, ma è stato dato nonostante tutto!”. E’ quanto scive Trump in un tweet in cui di fatto informa il Congresso di futuri possibili attacchi contro l’Iran dopo le critiche sulle mancate comunicazioni per il raid in cui è stato ucciso il generale iraniano Qassem Soleimani.

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