Almeno cinque colpi di mortaio hanno preso di mira le vicinanze dell’ambasciata americana nella Green Zone, a Baghdad. Lo scrive l’agenzia iraqena Shafaq News, citando una fonte della sicurezza secondo cui violenti scontri armati sono già in corso nella Green Zone, dove i manifestanti stanno usando Rpg e kalashnikov. L’ultimo bilancio parla di 12 persone rimaste uccise nelle ultime 24 ore negli scontri scoppiati nella Green Zone di Baghdad. Altre 270 persone sono rimaste ferite. Le violenze sono scoppiate dopo l’annuncio del ritiro dalla scena politica del leader sciita Muqtada al Sadr, il cui movimento si era affermato come primo partito alle elezioni dello scorso ottobre, senza però riuscire poi a dare vita a un nuovo governo.
Dopo l’annuncio del ritiro di al Sadr, decine di suoi sostenitori si sono riversati nella Green Zone, occupando gli uffici del governo e costringendo così l’esecutivo a sospendere i lavori. Il Comando delle operazioni congiunte dell’Iraq ha annunciato “un coprifuoco totale in tutte le province dell’Iraq a partire dalle sette di sera di oggi e fino a nuovo avviso”. L’annuncio, pubblicato su Twitter, arriva dopo quello riguardante il coprifuoco imposto a Baghdad a seguito dell’irruzione dei sostenitori di Muqtada al Sadr nella Green Zone.
E a proposito di “zona verde”, la missione Onu in Iraq (Unami) ha invitato i dimostranti a “lasciare immediatamente la Green Zone” di Baghdad, denunciando “gli sviluppi odierni come un’escalation estremante pericolosa” che rischia di mettere “in gioco la stessa sopravvivenza dello Stato”. “Le istituzioni dello Stato devono operare senza ostacoli al servizio del popolo iracheno, in ogni circostanza e in ogni momento. Il rispetto dell’ordine costituzionale si rivelerà ora fondamentale”, si legge in una nota diffusa dopo l’irruzione dei sostenitori di Muqtada al Sadr nella Green Zone e la sospensione delle sedute del governo annunciata dall’ufficio del premier.
“Unami invita tutti alla calma, a collaborare con le forze di sicurezza e ad astenersi da azioni che potrebbero portare a una catena di eventi inarrestabile. L’Unami invita inoltre tutti gli attori (politici) ad adoperarsi per allentare le tensioni e ricorrere al dialogo come unico mezzo per risolvere le divergenze. Gli iracheni non possono essere tenuti in ostaggio da una situazione imprevedibile e insostenibile. È in gioco la sopravvivenza stessa dello Stato”, conclude la nota.
Muqtada al Sadr, intanto, ha iniziato uno sciopero della fame “finché non cesseranno le violenze” in Iraq, dopo una giornata di manifestazioni violente in seguito all’annuncio del ritiro definitivo dalla politica del religioso sciita. “Sua Eminenza annuncia lo sciopero della fame fino a quando non si fermeranno la violenza e dell’uso delle armi. La corruzione non dà a nessuno una giustificazione per l’uso della violenza” ha riferito un suo portavoce. Il leader sciita iracheno Muqtada al Sadr, pilastro essenziale della scena politica del Paese, ha annunciato il suo “ritiro definitivo” dalla politica attraverso Twitter: “Avevo deciso di non interferire negli affari politici. Annuncio quindi ora il mio ritiro definitivo”.
E ciò mentre l’impasse politica è totale in Iraq, dove le forze dello sciismo politico si scontrano – dalle elezioni politiche dell’ottobre 2021 – sul nome del prossimo primo ministro. Lo scorso giugno al Sadr aveva chiesto elezioni anticipate dopo aver ritirato i suoi 73 parlamentari in segno di protesta contro quello che ha definito un sistema politico corrotto. E a fine luglio i suoi sostenitori avevano occupato il parlamento, per poi dare vita a un sit-in nella Green Zone.
Il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres segue “con preoccupazione” le proteste in corso in Iraq, durante le quali i manifestanti sono entrati negli edifici governativi: “È particolarmente preoccupato per le notizie di vittime – si legge in una nota del portavoce del Palazzo di Vetro, Stephane Dujarric -. Fa appello alla calma e alla moderazione ed esorta tutti gli attori interessati ad adottare misure immediate per ridurre l’escalation della situazione ed evitare qualsiasi violenza”. Il Segretario generale “esorta vivamente tutte le parti e gli attori a superare le proprie differenze e ad impegnarsi, senza ulteriori indugi, in un dialogo pacifico e inclusivo su una via costruttiva”.