Isis attacca Kirkuk per distogliere attenzione da Mosul, almeno 49 morti

GUERRA IN IRAQ L’arma fondamentale dei jihadisti che non intendono arrendersi nella loro capitale irachena, sono i kamikaze video

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L’Isis, stretto su più fronti, contrattacca nel Nord dell’Iraq e nell’evidente tentativo di aprire un “fronte alternativo” a quello di Mosul stamattina prima dell’alba ha lanciato una raffica di attacchi a Kirkuk e a Dibis, poco più a Nord nello stesso governatorato, dove è stata fatta saltare in aria una centrale elettrica. L’arma del Califfato nero che non intende arrendersi facilmente nella sua capitale irachena, Mosul, sono i kamikaze: secondo fonti locali, a Kirkuk sono entrate in azione cellule dormienti, che hanno sferrato attacchi suicidi contro la stazione centrale della polizia e, successivamente, uomini armati hanno intrapreso scontri a fuoco con gli agenti. Il bilancio preliminare degli attentati è di almeno 34 morti, inclusi 12 jihadisti: 16 impiegati della centrale elettrica di Dibis e sei agenti sono stati uccisi a Kirkuk. Un corrispondente dell’Afp a Kirkuk ha spiegato di aver visto nove uomini “vestiti come afgani”, che avevano granate e fucili, nelle strade del quartiere di Adan. Altri testimoni hanno udito esplosioni e spari proprio mentre le tv locali mostravano scene di guerriglia urbana in diversi quartieri della città dove è stato imposto il coprifuoco. Inoltre, quindici donne sono state uccise da un raid aereo che ha colpito un luogo di culto sempre nella città di Kirkuk. “Quindici donne sono state uccise e altre cinquanta ferite in un raid che ha colpito un luogo di culto sciita a Dakuk”, ha affermato un responsabile della città, Amir Houda Karam. Fonti mediche hanno confermato il bilancio.  “Al momento della preghiera del mattino, ho visto dei jihadisti entrare nella moschea di Al-Mohammadi”, ha dichiarato Haidar Abdel Hussein, insegnante che vive nel quartiere di Tesaeen.

Gli attentatori hanno usato l’altoparlante della moschea per urlare “Allah Akbar” (Allah è grande) e “Dawla al-Islam baqiya” (L’Isis vincerà). L’Isis ha rivendicato gli attacchi in un comunicato pubblicato dall’agenzia di propaganda Amaq: “Le forze dell’Isis hanno attaccato Kirkuk da più fronti e controllano metà della città”. Secondo funzionari iracheni gli attentati kamikaze avevano come obiettivo diversi edifici governativi. Amaq ha citato esplicitamente come obiettivi la sede del Consiglio provinciale di Kirkuk, città multietnica a 150 chilometri da Mosul, e anche un hotel nel centro cittadino. Fonti della sicurezza hanno affermato che gli uomini con giubbotti esplosivi sono giunti vicino agli edifici goverantivi in piena notte e “le forze di sicurezza sono riuscite a uccidere uno degli assalitori, mentre altri tre si sono fatti esplodere”. All’alba, poi, tre kamikaze hanno fatto irruzione nella centrale elettrica in costruzione a Dibis, 40 chilometri a Nordovest di Kirkuk, uccidendo 12 impiegati e quattro tecnici iraniani. Iraniana è la società che si sta occupando della costruzione dell’impianto. La serie di attacchi si è scatenata nel quinto giorno della grande offensiva per la riconquista di Mosul, un’operazione che coinvolge 30mila membri delle forze di sicurezza e il sostegno della coalizione internazionale contro l’Isis. Anche le forze curde, che controllano Kirkuk, giocano un ruolo nell’offensiva: “Più di 10.000 peshmerga sono coinvolti in questa operazione su tre fronti”, si legge in una nota del comando dei combattenti curdi. A Sud le forze irachene risalgono dalla valle del Tigri, conquistando villaggio dopo villaggio, mentre i civili fuggono. Secondo le Nazioni Unite nel corso dei primi tre giorni di offensiva sono stati registrati 5.640 profughi, ma l’Onu si aspetta che “il numero di persone vulnerabili che cercano di fuggire verso zone sicure aumenterà in misura crescente tanto più i combattimenti si avvicineranno alle zone urbane”.