Guerra contro Isis, imminente battaglia di Mosul. Anche i militari italiani pronti a partire

Guerra contro Isis, imminente battaglia di Mosul. Anche i militari italiani pronti a partire
15 ottobre 2016

L’offensiva per riprendere Mosul, ultima grande roccaforte irachena dello Stato islamico “è solo una questione di pochi giorni”. Lo dice ad askanews una fonte diplomatica irachena ben informata sui piani, ed i timori, di Baghdad in vista della “la battaglia finale” , così definita perché dovrebbe sancire la caduta in Iraq del Califfato nero, che ha espugnato il capoluogo della provincia di Ninive nell’estate del 2014. Ed ecco quali sono i piani ed i timori dell’esercito iracheno per l’imminente operazione militare che secondo la fonte avverrà nei prossimi giorni con il sostegno dal cielo degli aerei della coalizione internazionale a guida Usa e di truppe speciali britanniche. Ma anche di “aiuti in caso di necessità” da parte del contingente italiano a difesa della diga di Mosul.

ATTACCO PARTE DA NORD E DA SUD “L’attacco dell’esercito partirà da due direttrici principali: da Nord e da Sud, mentre la parte a Est della città sarà presidiato dai peshmerga, (forze regionali curde) che non entreranno a Mosul, ma si fermeranno lungo la riva orientale del fiume Tigri”, ha riferito la fonte secondo la quale ad entrare in città “saranno solo i soldati dell’esercito ed eventualmente saranno seguiti da milizie sunnite locali” composte anche da abitanti di Mosul.

SUL TERRENO “FORZE SPECIALI BRITANNICHE” Secondo la fonte diplomatica all’offensiva prenderanno parte “forze speciali britanniche che sono già presenti sul terreno”. Mentre per quanto riguarda il contingente italiano di stanza in Kurdistan, principalmente per proteggere la diga di Mosul, “in caso di necessità interverrà per aiutare l’esercito iracheno” nei pressi della grande struttura” che dista appena una trentina di chilometri dal capoluogo. La fonte ha svelato inoltre che “le forze speciali britanniche sono dotate di maschere anti-gas nel timore di attacchi chimici” da parte degli uomini del califfato ritenuti “altamente probabili”.

MOSUL COME KWAIT CITY CIRCONDATA DA TUNNEL Intorno all’intero perimetro della grande città di Mosul, i jihadisti “hanno scavato un tunnel largo 2 metri e profondo 2, che sarà riempito con carburante da accendere per oscurare la visuale agli aerei, esattamente come fece l’esercito di Saddam Hussein a Kuwait City” durante l’attacco Usa nel 1990 per la liberazione del piccolo emirato del Golfo invaso dal defunto dittatore iracheno.

TIMORI PER GAS E DEPOSITI DI ZOLFO “La principale preoccupazione dell’esercito iracheno è l’ormai accertata decisione degli uomini del Califfato di difendere la città ad ogni costo, compreso quello del ricorso dei jihadisti ad armi chimiche e di incendiare i grandi depositi di zolfo che si trovano nella zona di Sharqat, a Sud della città”. Bruciato in grandi quantità nell’atmosfera, il biossido di zolfo reagisce con l’ossigeno e il vapore acqueo nell’aria per formare acido solforico. Questo, ricadendo a terra dà luogo alle famose piogge acide che acidificano i terreni e le risorse idriche, causando gravi danni all’ambiente naturale.

MINATI TUTTI I 6 PONTI SUL TIGRI “Tutti i sei ponti di Mosul sul fiume Tigri sono stati minati dai jihadisti”, ha detto la fonte, spiegando che “gli uomini del califfato vogliono concentrare la loro difesa sul versante occidentale del fiume”; versante sul quale tra l’altro si trova gran parte della città.

PROBLEMA DEI RIFUGIATI Un’altra forte preoccupazione degli iracheni è quella di dover fare fronte ad un esodo di massa degli abitanti. Il problema è che non si ha idea precisa sul numero dei civili rimasti a Mosul. I dati dell’Onu “oscillano tra 300mila 1,5 milioni di abitanti”, come afferma la fonte, che aggiunge: nei dintorni di Mosul “sono stati già installati 5 campi di accoglienza per una capienza massima di 300-350mila persone”.

 

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