Isis, Iran e Usa si coordinano tramite funzionario iracheno

kerry usa

Negli ultimi giorni Stati Uniti e Iran hanno combattuto una guerra nella guerra contro lo Stato islamico. Quella delle smentite, con Washington che ha parlato di un attacco dell’Iran contro l’Isis in Iraq, Teheran che ha prima negato e poi confermato. E ancora la voce di un’azione coordinata tra le due potenze e infine la smentita americana: “Non collaboriamo con l’Iran”, ribadita dal segretario di Stato John Kerry (foto). Ma in questo quadro esiste un punto di contatto tra i due Paesi: un funzionario iracheno che si occupa di mantenere un canale aperto tra i due Paesi. Un lavoro difficile, scrive il New York Times, visto che le differenze e i timori (reciproci) sono ancora tanti. Questo mentre Teheran sta progressivamente uscendo dall’ombra e parlando apertamente della sua battaglia contro i miliziani estremisti sunniti nel Nord Est dell’Iraq. Fino a poco tempo fa il Paese giocava su un altro tavolo fornendo armi a Hezbollah in Libano e sostegno al governo di Baghdad, senza mai intervenire in modo diretto. Ora si è creato un quadro inedito: un interesse comune nella lotta contro lo Stato islamico in Iraq e in Siria e un patto di non aggressione reciproca nella regione. L’unica differenza è rappresentata dal governo di Bashar al Assad, che l’Iran sciita sostiene (Assad è alawita, una branca dello sciismo) e gli Stati Uniti vogliono destituire.

Questo mentre si continua a discutere di un possibile accordo sul nucleare che lo scorso 24 novembre è stato rinviato di altri sette mesi. Il New York Times fa notare che l’intesa sul programma atomico di Teheran potrebbe ovviamente migliorare ulteriormente i rapporti tra le due potenze e quindi portare a azioni maggiormente coordinate nella regione. Tuttavia Washington resta molto circospetta rispetto a un intervento iraniano. Diversi funzionari americani temono che un massiccio coinvolgimento del Paese nella guerra contro l’Isis in Iraq possa accentuare le divisioni settarie, che sono state uno degli ingredienti delle debolezza del governo di Baghdad e del rafforzamento del terrorismo sunnita.