Gerusalemme presa di mira con razzi dopo un periodo di calma, mentre le Forze di Difesa Israeliane (Idf) hanno annunciato che le operazioni di terra sono in espansione nella Striscia di Gaza. Secondo Al Jazeera sono in corso scontri tra Hamas e le forze israeliane alla periferia di Gaza City. Mentre in base a una analisi di Cnn, i soldati israeliani sono avanzati all’interno di Gaza e i residenti di Gaza sono stati sottoposti agli attacchi aerei più intensi dall’attacco di Hamas del 7 ottobre. Nella stessa notte in cui la vicepresidente Usa Kamala Harris ha affermato che gli Stati Uniti non invieranno truppe.
Il quadro umanitario rimane allarmante dopo che ieri le agenzie delle Nazioni Unite hanno avvertito che “l`ordine civile” si sta deteriorando a Gaza dopo settimane di assedio e bombardamenti, con persone che irrompono nei magazzini per prendere gli elementi essenziali per la sopravvivenza. Nel frattempo sono emersi particolari raccapriccianti della fine di un ostaggio, Shani Louk, una ragazza tedesco-israeliana di 23 anni rapita da uomini armati di Hamas durante l’attacco del 7 ottobre e portata a Gaza, trovata decapitata e riconosciuta solo grazie all’analisi del Dna. Nel frattempo Hamas ha pubblicato un video di propaganda con 3 prigionieri israeliani.
“DISPERAZIONE” A GAZA
La situazione a Gaza “sta diventando sempre più disperata di ora in ora”, ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, ribadendo le sue richieste per un immediato cessate il fuoco umanitario. L`ONU ha riferito che migliaia di palestinesi disperati stanno prendendo beni di prima necessità come farina e prodotti per l` igiene dai magazzini, mentre affrontano prolungati attacchi aerei israeliani. Circa 59 camion di aiuti sono arrivati lunedì sul lato egiziano del valico di Rafah, ma funzionari delle Nazioni Unite hanno avvertito che l’attuale livello di aiuti è molto inferiore ai 455 camion che entravano ogni giorno. Sotto minaccia di un attacco resta l`ospedale Al-Quds di Gaza, che sta curando centinaia di pazienti e offrendo riparo a 12.000 sfollati. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato che l’ordine di evcuazione era “impossibile” da eseguire.
AVANZATA ISRAELIANA
Israele nel fine settimana ha annunciato di essere entrato nella “seconda fase” della sua guerra contro Hamas, avvertendo domenica che le sue operazioni di terra a Gaza si sarebbero intensificate. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che il suo Paese è preparato per una guerra “lunga e difficile”. Finora, le truppe israeliane sembrano essere avanzate per più di due miglia all`interno di Gaza, secondo un`analisi della Cnn. Inoltre le Forze di Difesa Israeliane hanno dichiarato di aver ucciso quattro membri di spicco di Hamas, tra cui un comandante delle forze navali, “nelle ultime ore”. Mentre il primo ministro dell’Anp Mohammad Shtayyeh in una intervista al Guardian ha dichiarato che se Israele eliminerà la leadership di Hamas nella Striscia di Gaza, come ha promesso di fare, l’Autorità nazionale palestinese (Anp) non tornerà a governare il territorio a meno che non ci sia una soluzione “globale” che coinvolga anche la Cisgiordania.
POSIZIONE ITALIANA
“Stiamo seguendo minuto per minuto i 14 italiani (più i 5 loro familiari) che sono nella zona della Striscia di Gaza non rossa”, ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, su radio Rtl 102.5. “Tra loro ci sono anche due donne incinte. Ci siamo preoccupando delle loro del loro condizioni. Al momento sono tutti stati contattati dal nostro consolato a Gerusalemme”, ha aggiunto. Poi quanto alla situazione umanitaria: “Certamente la situazione è molto complicata a Gaza. Stamani parte il primo aereo con gli aiuti italiani che arriverà in Egitto, una collaborazione tra il ministero della difesa, degli esteri, dell’Onu e la Mezzaluna Rossa”. Dall’Egitto gli aiuti saranno inviati al valico di Rafah, per sostenere il popolo palestinese “che nulla ha a che vedere con Hamas”.
RIVOLTA ANTISEMITA IN DAGHESTAN
Una folla inferocita nella regione russa a maggioranza musulmana del Daghestan ha preso d’assalto l’aeroporto dove domenica è arrivato un volo da Tel Aviv, costringendo le autorità a chiudere la struttura e deviare i voli. Diversi video sui social media hanno mostrato una grande folla all`interno dell`aeroporto Makhachkala Uytash e sulla pista (qualcuno anche sull’ala dell’aereo). Alcuni sventolavano la bandiera palestinese; altri si sono fatti strada attraverso le porte chiuse del terminal. Chiaro è che non si tratta di una semplice sommossa ma un evento che contraddice l’immagine della Russia, che il potere centrale presenta come Paese “tollerante” dove le religioni e le minoranze convivono pacificamente. Oltre ad avvicinare pericolosamente e mischiare le carte tra il conflitto in Ucraina e quello in Medio oriente: se le autorità locali hanno accusato Kiev di essere dietro a un’operazione di destabilizzazione, il Cremlino in particolare parla di “interferenze esterne” e il presidente russo Vladimir Putin terrà un grande incontro oggi alle ore 17 italiane, in seguito agli eventi, ha annunciato il portavoce Dmitry Peskov, spiegando che per le misure da prendere bisognerà attendere.
“QUESTI ANIMALI LE HANNO TAGLIATO TESTA”
Così alla Bild il presidente israeliano Yitzchak Herzog in un’intervista, riferendo quanto crudelmente Shani Louk sia stata assassinata dopo essere stata trascinata a Gaza. La rafazza tedesco-israeliana era stata rapita da uomini armati di Hamas durante l’ attacco del 7 ottobre e portata a Gaza, è stata trovata morta, ha detto lunedì il ministero degli esteri israeliano. Louk era al festival musicale nel sud di Israele quando Hamas ha sfondato il confine tra Gaza e Israele. È stata rapita durante il festival e “torturata e portata in giro per Gaza dai terroristi di Hamas”, ha detto il ministero degli Esteri, aggiungendo che “ha vissuto orrori insondabili”. Secondo il servizio di soccorso israeliano Zaka, più di 260 corpi sono stati trovati nel luogo stesso del festival Nova, ma il bilancio delle vittime potrebbe essere ancora più alto.
FORTI PRESSIONI SUI MEDIA IN ISRAELE
Si avvertono da più parti forti pressioni sui media in Israele. La Knesset israeliana discuterà mercoledì la chiusura della tv satellitare araba al Jazeera nel territorio dello stato ebraico. “Molti giornalisti, in particolare quelli con una posizione critica nei confronti del primo ministro, sono stati contattati dall’ufficio del primo ministro”. Lo scrive Haaretz sostenendo che Benjamin Netanyahu e il suo team hanno affermato che Hezbollah presta molta attenzione ai media israeliani e al modo in cui viene ritratto il primo ministro. Domenica Gidi Weitz ha scritto che nei colloqui con i principali esponenti dei media, Netanyahu ha avvertito che non era il momento di indebolirlo, spiegando che “Nasrallah mi sta mettendo alla prova”.