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Israele, a Cesarea ritrovato il carico di una nave d’epoca romana

Cesarea, città portuale fondata da Erode il Grande tra il 25 e il 13 a.C. sulla costa israeliana, tra le attuali Tel Aviv e Haifa, non cessa di riservare splendide sorprese agli archeologi subacquei. Emporio commerciale fenicio dal IV secolo a.C., vantava un porto molto ampio con un molo che ne proteggeva gli attracchi da sud e da ovest e nel 13 a.C. divenne capitale politica e militare della Giudea romana, sede del procuratore e governatore di Roma. L’ultima sorpresa riguarda un insieme di frammenti di statue di bronzo, di monete e di oggetti legati alla navigazione che risalgono a circa 1.600 anni fa, scoperti nelle acque del porto antico di Cesarea. Secondo le autorità israeliane si tratta della più importante scoperta degli ultimi trent’anni. “Stiamo lavorando sul luogo del naufragio di un vascello del IV secolo affondato nei pressi del molo nord” spiega Jacob Sharvit, direttore del settore subacqueo del Dipartimenti alle antichità d’Israele. “I resti del relitto come il carico, composto da oggetti di bronzo, da frammenti di sculture, di lingotti di vetro, insieme a molti altri reperti si trovano sparpagliati sul fondale. Il carico è rimasto sepolto per 16 secoli sotto una spessa coltre di sabbia. Il moto ondoso e le correnti lo hanno reso visibile solo un mese e mezzo fa”. Sono stati rintracciati, identificati e repertati, tra l’altro, una lanterna di bronzo a immagine del dio Sole, la statuetta della dea Luna, una lucerna con l’effige di uno schiavo africano, frammenti di statue bronzee destinati alla rifusione, un rubinetto a forma di cinghiale, ancore e altri strumenti di navigazione e oltre 20 chili di monete antiche, sia con il volto dell’imperatore romano Costantino, morto nel 337, sia con quello del suo rivale Licinio, definitivamente sconfitto nel 324. Secondo Sharvit, la nave romana è incappata in una tempesta ed è affondata quasi all’entrata del porto, schiantandosi contro le rocce e la diga foranea dopo avere tentato di gettare le ancore le cui funi si sono spezzate a causa della forza delle onde e del vento.

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