Israele e Hamas: il piano israeliano per Gaza e il possibile accordo mediato a Doha

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Israele ha presentato un piano dettagliato ai mediatori a Doha, che descrive le condizioni per la sua presenza nella Striscia di Gaza durante e dopo le fasi di un potenziale accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi. La notizia, riportata dal quotidiano Al-Quds Al-Arabi, evidenzia i complessi negoziati in corso per porre fine al conflitto e stabilire un nuovo equilibrio nella regione.

Una nuova zona cuscinetto lungo il confine

Secondo quanto riferito, Israele avrebbe richiesto una zona cuscinetto di circa un chilometro e mezzo lungo il confine di Gaza, che rimarrebbe sotto il controllo israeliano. Questo rappresenta un significativo ampliamento rispetto alla precedente zona cuscinetto di 300 metri, in cui non era prevista la presenza fisica delle Forze di Difesa Israeliane (Idf), ma erano autorizzate a sparare contro eventuali intrusi. Questa proposta solleva interrogativi sul futuro equilibrio tra sicurezza e sovranità nella regione.

Fasi di ritiro e rilascio degli ostaggi

Un accordo preliminare sarebbe stato raggiunto sulle aree da cui l’Idf si ritirerà in due fasi successive. Questa progressione sarebbe legata al rilascio di ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi. Gli Stati Uniti, coinvolti come mediatori, hanno espresso un cauto ottimismo, sostenendo che l’attuale proposta prevede il rilascio di tutti gli ostaggi e prigionieri nelle prime due fasi dell’accordo.

Tuttavia, permangono divergenze su alcuni aspetti critici, come il numero di prigionieri palestinesi da rilasciare e il luogo in cui verranno liberati coloro che stanno scontando gravi condanne. Israele ha dichiarato di voler conoscere con certezza il numero degli ostaggi ancora vivi prima di concordare una cifra definitiva.

Gestione degli aiuti umanitari e mediazione del Qatar

Un altro punto su cui si sarebbe raggiunto un accordo riguarda la gestione degli aiuti umanitari destinati alla popolazione di Gaza. La bozza finale dell’accordo, redatta dai mediatori qatarioti, è stata consegnata sia a Israele che ad Hamas, secondo quanto riportato da Reuters. Questo documento rappresenta un tentativo di porre fine alla guerra a Gaza attraverso un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi.

Il Qatar ha avuto un ruolo centrale nei negoziati, facilitando il dialogo tra le parti in conflitto. Una svolta sarebbe stata raggiunta a Doha in seguito a colloqui tra i vertici dei servizi segreti israeliani, l’inviato per il Medio Oriente del presidente eletto Donald Trump e il primo ministro del Qatar.

Hamas conferma progressi nelle trattative

Hamas ha confermato i progressi nei negoziati, rilasciando una dichiarazione che sottolinea l’impegno per la liberazione dei prigionieri palestinesi. “Rinnoviamo la nostra alleanza con il nostro popolo fedele e paziente e con i nostri eroici prigionieri nelle carceri, e affermiamo che abbiamo un appuntamento con la loro imminente libertà,” si legge nel comunicato del gruppo. Tuttavia, Israele ha negato che una bozza finale dell’accordo sia stata approvata.

Il bilancio degli ostaggi

Secondo le stime, 94 dei 251 rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023 si trovano ancora a Gaza, inclusi i corpi di almeno 34 persone confermate morte dall’Idf. Durante una tregua a fine novembre 2023, Hamas aveva rilasciato 105 civili, mentre altri otto ostaggi erano stati salvati vivi dalle truppe israeliane. Israele continua a chiedere la restituzione dei corpi di due soldati uccisi nel 2014, oltre alla liberazione di due civili israeliani detenuti dal 2014 e 2015.

Le trattative in corso rappresentano un momento cruciale per il futuro della Striscia di Gaza e per le relazioni israelo-palestinesi. Sebbene ci siano segnali di progresso, le profonde divergenze sulle questioni chiave rendono ancora incerto il raggiungimento di un accordo definitivo. La comunità internazionale osserva con attenzione, sperando che gli sforzi diplomatici possano tradursi in una soluzione duratura che metta fine alle sofferenze nella regione.