Israele pronto a lanciare la sonda di SpaceIL sulla Luna

17 dicembre 2018

Gli scienziati israeliani stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli di SpaceIL, prima sonda spaziale israeliana destinata ad atterrare sulla Luna. All’interno una vera e propria “capsula del tempo” con 3 dischi digitali contenenti migliaia di file: disegni di bambini, canzoni nazionali e un opuscolo sull’Olocausto, destinati a restare eterni. “Siamo felici di poter integrare la capsula temporale nella navetta spaziale – ha dichiarato Opher Doron, general manager della divisione Spazio di Israel Aerospace Industries (Iai) – lasceremo sulla Luna una eredità duratura, con la cultura israeliana e con la costruzione stessa della sonda”.

SpaceIL è frutto di un progetto realizzato per partecipare al Google Lunar X-Prize per un veicolo spaziale privato capace di raggiungere il suolo lunare e muoversi su di esso. Nessuno ha vinto ma i ricercatori israeliani, come altri partecipanti, hanno proseguito da soli nella progettazione. Questa sonda, dunque potrebbe diventare il primo veicolo spaziale non governativo a raggiungere il nostro satellite naturale. Con un costo che sfiora i 100 milioni di dollari, avrà anche una funzione scientifica perché avrà a bordo strumenti per misurare il campo magnetico della Luna. La sonda è estremamente piccola e leggera, con un peso iniziale di soli 585 chilogrammi.

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“Dopo l’allunaggio – ha aggiunto Ido Anthebi, Ceo di SpaceIL, la No profit che ha realizzato al sonda – foto e video saranno inviati sulla Terra assieme ai dati scientifici raccolti nel punto dello sbarco e i risultati saranno utilizzati per una ricerca condotta dal Weizmann Insititute of Science”.  Ancora non è stata decisa la data definitiva del lancio che comunque dovrebbe avvenire entro il mese di febbraio 2019 dalla base spaziale americana della Nasa a Cape Canaveral, in Florida. Se tutto andrà bene, Israele sarà il quarto Paese, dopo Stati Uniti, Russia e Cina a raggiungere il suolo lunare. Lo Stato ebraico vanta anche un astronauta, Ilan Ramon, morto proprio al rientro della sua prima missione spaziale, il primo febbraio 2003, nell’incidente dello Space shuttle Columbia.

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