Istituto Zootecnico Sicilia, tra consulenze e prebende a rischio impianto di ricerca

I partner del progetto, Rimed e Zooprofilattico, vogliono sapere come l’ente ha speso i 4,45 mln di euro assegnati dall’Unione Europea di Franco Oddo

crocetta

di *Franco Oddo

L’Istituto Sperimentale Zootecnico per la Sicilia è travolto da polemiche roventi dopo essere stato scelto, insieme al centro di Ricerca Rimed e all’Istituto Zooprofilattico, per la realizzazione del progetto di ricerca Ispemi finanziato dall’Unione Europea e dal governo italiano con 9 milioni e mezzo di euro (4,45 milioni all’ISZS, tre al Rimed e due allo Zooprofilattico) per la creazione di un impianto di stabulazione per le ricerche applicate in campo veterinario, destinato, con la ristrutturazione di una vecchia porcilaia nell’azienda Luparello, ad essere una struttura all’avanguardia in campo europeo. L’80% delle somme è stato già erogato. Come vengono gestite queste somme? Beh, se lo sono chiesti anche alla Fondazione Rimed, preoccupata che una cattiva gestione dell’Istituto possa coinvolgere gli altri due partners.

Nel dicembre dell’anno scorso la Rimed scrisse all’allora assessore regionale Caltabellotta invitandolo ad accelerare l’attuazione dell’opera, bandendo la gara entro il gennaio successivo, per evitare che “i ritardi imputabili all’Istituto Zootecnico cagionino gravissimi danni ai partners”. Anche il rappresentante dell’Autorità di Gestione del PON, dottor Cobis, aveva evidenziato “il modesto stato di avanzamento del progetto di potenziamento dell’Istituto Zootecnico, nonostante l’inderogabilità dei termini previsti per la sua attuazione (31 dicembre 2014) e sebbene l’Istituto abbia già beneficiato, da oltre due anni, di un’ingente erogazione”. In una recente denuncia presentata in Procura, c’è chi afferma che parte di questi soldi sono stati distratti per fini diversi dall’esecuzione del programma. Sarà la Procura ad accertare la verità.

Tuttavia, inquieta l’allegra gestione dell’Istituto, specie per quanto riguarda le consulenze. Una in particolare ha suscitato un vespaio di polemiche. Con una delibera del 21 febbraio 2014, l’allora commissario ad acta, Giuseppe Cipriani, due volte sindaco di Corleone, incarica il direttore dell’Istituto Zootecnico, responsabile unico del progetto Ispemi, di “affidare le attività di assistenza nella redazione dei contratti che sia necessario stipulare per la realizzazione dell’intervento finanziario nonché l’assistenza giuridico-amministrativa” a un consulente esperto. E il direttore, Antonio Console, individua, secondo quanto egli stesso dichiara al giornale “Il Moderatore”, cinque professionisti dell’Albo di Palermo, che ritiene abbiano i requisiti, ai quali chiede preventivi.

La scelta ricade sull’avv. Anna Maria Crosta, figlia di un ex superburocrate della Regione finito agli onori della cronaca tempo fa per la pensione d’oro. Console, non ha dubbi: “Ha i requisiti”. Peraltro la delibera, con i fini, l’ammontare dell’onorario (30 mila euro) e i riferimenti della normativa, fu pubblicata dopo 4 mesi senza indicare il nome del prescelto, poi dopo sei mesi, anziché i dieci giorni cui obbligano le leggi in materia. Tutto questo fece ipotizzare l’esistenza all’interno dell’Istituto di un archivio parallelo dove contabilizzare consulenze, esperti ed altri ammennicoli. Ma non è dato saperne di più. Si sa per certo che un’altra consulenza assegnata (70 mila euro) per la progettazione dell’impianto fu ritenuta irregolare dagli organi di vigilanza della Regione, per cui l’Istituto dovette procedere al recupero delle somme.

Sono segnali di una gestione che giustamente allarma i partners del progetto. Tra l’altro, pare che sia stata irregolarmente disposta la corresponsione di una “indennità di risultato” a favore del direttore dell’Istituto e del personale dirigente, senza che mai siano stati definiti gli obiettivi per cui prenderla. Su Console, poi, sono piovuti i sospetti di conflitto di interesse perché il direttore “è titolare di un centro ippico, denominato Chirone, a Partanna, attività per la quale intrattiene rapporti commerciali con ditte che riforniscono l’istituto, circostanza del tutto allarmante”. Anche all’ex commissario Cipriani si contesta la regolarità delle 22 delibere approvate nei sei mesi dell’incarico. Ce n’è d’avanzo perché il governatore Crocetta, che della legalità ha fatto il suo scudo, proceda a una operazione di pulizia. A dire la verità, ci ha tentato quando, prima di Cipriani, nominò commissario straordinario il già presidente degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati della provincia di Siracusa, Giuseppe Russo, il cui mandato terminò nel gennaio 2014.

Ma sono stati sei mesi in cui l’ex funzionario Aras ha dovuto lottare contro i muri di gomma dell’apparato, che temporeggiava ogni volta che doveva fornire documentazione di questo o quell’altro. Diverso peso avrebbe avuto la nomina di Presidente. Ma su questa presidenza pare che alcuni di Art. 4 si siano messi di traverso. Conoscendo la professionalità, la competenza e l’onestà intellettuale dell’ ex commissario Russo per le sue iniziative a sostegno dell’agrozootecnia di Sicilia, siamo fiduciosi che il nuovo assessore regionale all’agricoltura recepisca quanto messo in essere per il rilancio del comparto zootecnico di Sicilia con l’aggregazione di ricerca scientifica (ISZS) ed assistenza tecnica (lavoratori Aras).

 *Direttore de “La Civetta di Minerva”