Italia ancora sotto esame per sovraffollamento delle carceri
Accovacciati su letti a castello nelle strette celle del penitenziario di Regina Coeli a Roma, i 900 detenuti come Giuseppe che vivono in questa struttura ottecentesca costruita per ospitarne non più di 643 persone, testimoniano che l’Italia ha ancora molta strada da fare per alleviare il cronico problema di sovraffollamento: “Immaginate cos’è una convivenza assolutamente anormale in termini di spazi e di mix, umano e disumano che sia, che si può creare in una cella”.Un anno fa l’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani per le condizioni in cui erano costretti sette detenuti. Ora il comitato dei ministri del Consiglio d’Europa ha riconosciuto che sono stati ottenuti “significativi risultati”, ma i penitenziari italiani restano sotto esame anche perché, come sottolinea Alessio Scandurra dell’associazione Antigone, sono ancora 15.000 i detenuti in eccesso rispetto all’attuale capacità delle prigioni italiane: “E’ un peccato che ci sia voluta una condanna della Corte europea per fare quello che a noi sembrava ovvio si dovesse fare da molto tempo a questa parte, però è un bene che finalmente questo accada per cui noi speriamo che la pressione e l’attenzione delle organizzazioni internazionali sul sistema penitenziario italiano resti alta”.Con una popolazione penitenziaria fatta in gran parte da condannati per reati legati alle droghe, si stima che la recente sentenza della Corte di Cassazione sulla legge Fini-Giovanardi possa far uscire dal carcere 10.000 persone. Intanto, grazie a maggiori sconti di pena e affidamenti ai servizi sociali il numero dei reclusi è comunque già sceso dai circa 68.000 del 2012 ai 59.000 di oggi. Restano però situazioni estreme come quella di Poggioreale a Napoli, dove 2.000 galeotti sono compressi in uno spazio progettato per 1.400. Il comitato dei ministri del Consiglio d’Europa riprenderà in esame la questione “al più tardi nella sua riunione del giugno 2015” e farà un esame approfondito sui progressi fatti.(immagini Afp)
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