Ministero, Italia attrezzata contro Ebola. Oms stanzia 75 mln euro

31 luglio 2014

Mentre le autorità sanitarie italiane considerano basso il rischio che il virus Ebola arrivi in Italia, si muovono le autorità internazionali. La direttrice generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), la dottoressa Margaret Chan, e i presidenti dei Paesi dell’Africa occidentale colpiti dall’epidemia di ebola lanceranno venerdì in Guinea un piano di lotta da 100 milioni di dollari (75 milioni di euro) contro la malattia.

Le comunicazioni fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, aggiornate al 27 luglio 2014, informano che i Paesi dell’Africa occidentale affetti dall’epidemia di Malattia da virus Ebola (EVD) sono, al momento, Guinea (Conakry), Liberia e Sierra Leone. Quanto all’Italia, il ministero della salute sottolinea che il nostro Paese è attrezzato per valutare e individuare ogni eventuale rischio di importazione della malattia e contenerne la diffusione e che l’OMS e il Centro Europeo Controllo Malattie dell’Unione Europea non raccomandano a tutt’oggi misure di restrizione di viaggi e movimenti internazionali in relazione all’epidemia di EVD in Africa occidentale.

Il ministero della salute italiano ha dato per tempo, e continua ad aggiornare in tempo reale – si aggiunge nella nota – disposizioni per il rafforzamento delle misure di sorveglianza nei punti di ingresso internazionali (porti e aeroporti presidiati dagli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera) e sono state date indicazioni affinché il rilascio della libera pratica sanitaria alle navi che nei 21 giorni precedenti abbiano toccato uno dei porti dei Paesi colpiti avvenga solo dopo verifica, da parte dell’USMAF, della situazione sanitaria a bordo. Per ciò che concerne gli aeromobili è stata richiamata la necessità della immediata segnalazione di casi sospetti a bordo per consentire il dirottamento dell’aereo su uno degli aeroporti sanitari italiani designati ai sensi del Regolamento Sanitario Internazionale 2005.

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Pur in presenza di un rischio remoto di importazione dell’infezione, va in proposito ricordato che l’Italia, a differenza di altri Paesi Europei, non ha collegamenti aerei diretti con i Paesi affetti e che altri paesi europei stanno implementando misure di sorveglianza negli aeroporti. Riguardo le condizioni degli immigrati irregolari provenienti dalle coste africane via mare, la durata di questi viaggi fa sì che persone che si fossero eventualmente imbarcate mentre la malattia era in incubazione manifesterebbero i sintomi durante la navigazione e sarebbero, a prescindere dalla provenienza, valutati per lo stato sanitario prima dello sbarco, come sta avvenendo attraverso l’operazione Mare Nostrum.

Il ministero della salute ribadisce che il rischio di infezione per i turisti, i viaggiatori in genere ed i residenti nelle zone colpite, è considerato molto basso se si seguono alcune precauzioni elementari quali, ad esempio, evitare il contatto con malati e/o i loro fluidi corporei ed evitare il contatto con i corpi e/o fluidi corporei di pazienti deceduti, oltre alle altre semplici e generiche precauzioni sempre consigliate in caso di viaggi in Africa Sub-sahariana: evitare contatti stretti con animali selvatici vivi o morti, evitare di consumare carne di animali selvatici, lavare e sbucciare frutta e verdura prima del consumo, lavarsi frequentemente le mani.

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