di Maurizio Balistreri
Al di là del ruolo italiano in Europa, la folta delegazione politica e d’affari arrivata dalla Cina rappresenta un segno della crescita nei rapporti politici ed economici tra Roma e Pechino, sottolineata da un denso calendario d’incontro ad alto livello. Negli ultimi due anni i ministri, ha ricordato Gentiloni, si sono incontrati tre volte. In più, Pechino attende – ha detto Wang – la visita del presidente del consiglio Matteo Renzi in occasione del summit G20 di Hangzhou a settembre e auspica una visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. I due ministri hanno convenuto di “accrescere ulteriormente” la collaborazione bilaterale in seno alle organizzazioni internazionali e sul tema delicato della “riforma del Consiglio di sicurezza dell’Onu”. Inoltre hanno affrontato alcune delle principali questioni internazionali – Libia, Siria, Iraq, emergenza migratoria nel Mediterraneo, Ucraina, questioni in Asia orientale – oltre ad avere uno scambio di vedute sui temi della governante economica globale, dello sviluppo sostenibile e dei cambiamenti climatici.
Sul fronte degli interscambi commerciali, che ha raggiunto lo scorso anno i 38,6 miliardi di euro, I due ministri hanno auspicato un “più ampio accesso” ai reciproci mercati, ponendo l’attenzione anche sul tema della protezione della proprietà intellettuale. Gentiloni ha indicato nell'”impegno congiunto” per un “riequilibrio della bilancia commerciale” uno delle priorità nello sviluppo delle relazioni e ha ricordato il progetto cinese “One Belt One Road”, promosso dal presidente cinese Xi Jinping, uno per lo sviluppo di una via infrastrutturale e degli interscambi tra Asia e Europa spesso indicata come la “Nuova Via della Seta”, che permetterà di sviluppare “nuove opportunità”. Il capo della diplomazia italiana, in questo senso, ha anche ricordato l’adesione italiana alla Banca asiatico per gli investimenti nelle infrastrutture (AIIB), il fondo progettato da Pechino per sostenere gli investimenti infrastrutturali eurasiatici, che vede la partecipazione anche di diversi paesi occidentali, mentre se ne sono tenuti fuori Stati Uniti e Giappone. “L’Italia – ha ricordato Gentiloni – è stato uno dei primi grandi paesi ad aderire”.