“Nella maggior parte dei casi questo sangue arriva dal Nord, dove la cultura della donazione è più radicata. In alcuni casi, come il Piemonte, il Friuli e il Veneto, poi, si registra un’eccedenza che viene convogliata in altre regioni. Dal centro al sud, invece, la situazione peggiora con giovani che conoscono il problema solo se hanno familiari donatori o se hanno vissuto un’esperienza traumatica”. Come contenere allora l’emergenza estiva? “Noi di Ad Spem abbiamo chiesto ai donatori abituali di indicarci dei periodi a loro più congeniali, magari di ritorno dalle ferie, in cui poter donare”. Ma in generale la ricetta e’ solo una: sensibilizzare gli italiani alla donazione di sangue che “oltre ad essere un gesto di grande responsabilità, generosità e civiltà è anche un modo per fare medicina preventiva”. Il donatore e’ sottoposto a controlli periodici che includono la ricerca anticorpi irregolari anti-eritrociti, emocromo, ALT, creatininemia, glicemia, protidemia ed elettroforesi proteica, colesterolemia, trigliceridemia e ferritinemia, oltre a test per epatite B e C, HIV, sifilide. Non solo: “Se dalle analisi emerge un particolare problema il centro si attiva immediatamente per aiutare il donatore”. Inoltre “nel caso in cui il donatore o i suoi familiari dovessero averne bisogno, l’associazione procurerebbe il sangue necessario in tempi ridotti”. Inoltre, ricorda ancora Rodi, per legge i lavoratori dipendenti hanno diritto a una giornata di riposo quando donano.