Le ambasciate di Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Stati Uniti in Libia, insieme al capo di Unsmil (missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia), Jan Kubis, hanno accolto con favore l’annuncio dell’8 ottobre scorso da parte del Comitato militare congiunto 5+5 della firma di un Piano d’Azione per il ritiro di mercenari, combattenti e forze stranieri dalla Libia. Venerdì scorso, al termine di una riunione di tre giorni al Palais des Nations di Ginevra, il Comitato militare congiunto 5+5 ha concordato e firmato un Piano d`Azione globale, che rappresenterà la pietra angolare del graduale ed equilibrato processo di ritiro di mercenari, combattenti stranieri e forze straniere dal territorio libico. In linea con l`accordo di cessate il fuoco del 23 ottobre 2020, le rispettive risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e i risultati della conferenza di Berlino, il Piano d`Azione è considerato uno strumento fondamentale di sostegno alla sovranità e integrità della Libia, nonché al mantenimento di pace, stabilità e sicurezza nel Paese paese.
Secondo Kubis, l’intesa crea “uno slancio positivo su cui costruire e far avanzare una fase stabile e democratica, anche attraverso lo svolgimento di elezioni nazionali libere, credibili e trasparenti il 24 dicembre, con risultati accettati da tutti”. Questo gruppo di Paesi, noto come “P3+2” (ovvero tre membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, più Italia e Germania) ha ricordato in un comunicato pubblicato anche su Twitter dalla sede della diplomazia italiana a Tripoli, la risoluzione numero 2570 del Consiglio di sicurezza, che invita tutte le parti libiche e straniere ad attuare integralmente l’accordo di cessate il fuoco del 23 ottobre 2020, compreso il ritiro immediato di tutte le forze straniere e dei mercenari dalla Libia. Le ambasciate hanno invitato i membri del Comitato militare 5+5 a cogliere questa opportunità per promuovere la piena attuazione dell’accordo di cessate il fuoco, affermando che il piano d’azione adottato a Ginevra potrebbe servire come base “per ripristinare la sovranità, l’indipendenza, l’integrità territoriale e l’unità nazionale della Libia”.
I cinque Paesi hanno affermato il loro impegno a sostenere il meccanismo di monitoraggio del cessate il fuoco sotto la guida del Comitato 5+5. “Sottolineiamo la necessità del disarmo, della smobilitazione e della reintegrazione dei gruppi armati e di tutti i rilevanti attori armati non statali, al fine di riformare il settore della sicurezza e stabilire un’architettura di sicurezza inclusiva, responsabile e guidata dai civili per tutta la Libia”, si legge nella nota. I cinque Stati, infine, riaffermano “la necessità di combattere il terrorismo” in tutte le sue forme “in accordo con la Carta Onu e le leggi internazionali”. Come sottolinea Al-Jazeera English, la questione dei mercenari e dei combattenti stranieri è stata a lungo un ostacolo in vista delle elezioni generali in Libia. Già nello scorso dicembre, l`inviata delle Nazioni Unite per la Libia, Stephanie Williams, aveva stimato che, negli ultimi anni, nel Paese, vi fossero stati almeno 20.000 combattenti stranieri e mercenari, tra cui russi, siriani, sudanesi e ciadiani.