Il Rapporto annuale per il 2024 sullo stato di diritto nell’Ue, che la Commissione europea ha adottato oggi a Bruxelles, contiene un bilancio dei progressi fatti o della mancanza di miglioramenti da parte di ciascuno Stato membri rispetto alle raccomandazioni che erano state formulate nel rapporto del 2023, e le nuove raccomandazioni aggiornate per quest’anno.
Per quanto riguarda l’Italia, nel complesso, rispetto al Rapporto 2023 sono stati fatti secondo la Commissione: “ulteriori progressi nel portare avanti gli sforzi volti a migliorare ulteriormente il livello di digitalizzazione dei tribunali penali e delle procure”; e “alcuni ulteriori progressi nell’adozione di norme esaustive sui conflitti di interessi”. Tuttavia, non è stato fatto “nessun ulteriore progresso nell’adozione di una regolamentazione sul lobbismo” e “per istituire un registro operativo del lobbismo, comprese norme per l’impronta legislativa”, ovvero la pubblicazione dell’elenco dei rappresentanti di interessi che sono stati consultati e hanno fornito un contributo significativo nella fase di preparazione delle leggi.
Inoltre, “nessun ulteriore progresso” è stato registrato in altri tre ambiti: 1) “nell’affrontare in modo efficace e rapido la pratica di canalizzare le donazioni ai partiti e alle campagne elettorali attraverso fondazioni e associazioni politiche”, e “nell’introdurre un registro elettronico unico per le informazioni su questi finanziamenti”; 2) “nel portare avanti il processo legislativo per introdurre delle garanzie e una riforma riguardo al regime sulla diffamazione, la protezione del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, tenendo conto degli standard europei sulla protezione dei giornalisti”; 3) “nel proseguire gli sforzi per stabilire una istituzione nazionale per i diritti umani che tenga conto dei Principi di Parigi delle Nazioni Unite”.
Su questa base, e considerando gli ulteriori sviluppi verificatisi nell’ultimo anno, “oltre a ricordare i relativi impegni assunti nell’ambito del Pnrr”, la Commissione rivolge all’Italia una serie di raccomandazioni:
1) Riguardo al sistema giudiziario, “proseguire gli sforzi per migliorare ulteriormente il livello di digitalizzazione dei tribunali penali e delle procure”.
2) Riguardo alle lobby, “adottare la proposta legislativa in sospeso sui conflitti di interessi e adottare norme generali sul lobbismo per istituire un registro operativo del lobbismo”, e norme sulla cosiddetta “impronta legislativa”.
3) Riguardo al finanziamento della politica, “affrontare in modo efficace e rapido la pratica di canalizzare le donazioni” ai partiti politici “attraverso fondazioni e associazioni, e introdurre un registro elettronico unico per le informazioni sul finanziamento dei partiti e delle campagne elettorali”.
4) Riguardo alla tutela della stampa libera e degli operatori dei media, “proseguire l’iter legislativo sul progetto di riforma sulla diffamazione e sulla tutela del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, evitando qualsiasi rischio di impatti negativi sulla libertà di stampa, e garantendo che la riforma tenga conto degli standard europei sulla protezione dei giornalisti”. Inoltre, l’Italia dovrà “assicurare che siano in atto regole o meccanismi per fornire ai media del servizio pubblico finanziamenti adeguati alla realizzazione del loro mandato e a garantirne l’indipendenza”.
5) Infine, la Commissione raccomanda ancora una volta di “intensificare gli sforzi per creare un’istituzione nazionale per i diritti umani, che tenga conto dei Principi di Parigi delle Nazioni Unite”.