Politica

In Italia le opposizioni gongolano: vittoria di Trump avviso di sfratto per Renzi

Un avviso di sfratto al premier Matteo Renzi che arriva da Oltreoceano. Così le opposizioni leggono la vittoria alle presidenziali americane di Donald Trump, mentre il presidente del Consiglio, che in più di un’occasione e anche citando titoli di celebri film (“Speriamo che sia femmina” aveva detto dal palco della Leopolda) si era esposto a favore di Hillary Clinton, non ha potuto fare altro che “congratularsi” e augurare “buon lavoro” al neo eletto. Finite le dovute felicitazioni Renzi ha subito ribadito la convinzione che “l’amicizia italo-americana continuerà ad essere forte e solida” e siamo pronti “a collaborare”: “Questo è il punto di partenza per tutta la comunità internazionale anche al netto di certe diffidenze da campagna elettorale” ha detto Renzi. Vero è che siamo davanti a “un fatto politico nuovo che assieme ad altri dimostrano come siamo in una stagione nuova”, ha osservato il premier. Una stagione che segnerà la sua fine secondo le opposizioni. Se Silvio Berlusconi tace per tutta la mattina ci pensa il capogruppo azzurro alla Camera Renato Brunetta a chiedere addirittura le dimissioni di Renzi, “un dead man walking” “che ha schierato l’Italia con Clinton” e “ha perso”.

Secondo Beppe Grillo, poi, la vittoria di Trump potrebbe avere un impatto in Italia, evidentemente in senso anti establishment e dunque a favore del “no” al referendum costituzionale del 4 dicembre. “Non avete visto i nostri menomati morali che sono andati a prendere pacche sulle spalle dai perdenti?” ha rilanciato Grillo. Convinto che la vittoria negli Usa di The Donald su Hillary Clinton rappresenti un “V-Day pazzesco: la deflagrazione di un’epoca”. Plaude al successo di Trump che ha vinto “alla faccia di politologi, giornalisti, finanzieri” il leader della Lega Nord Matteo Salvini che sull’onda della vittoria repubblicana rilancia la manifestazione per il “no” di sabato prossimo in piazza Santa Croce a Firenze: “Ora tocca a noi”. “Non oso immaginare lo sconforto a casa Boschi, Renzi e di tutti gli ‘hilaryani'”, sottolinea Salvini, “con oggi Renzi può sospendere le sue iniziative: con il suo viaggio da Obama e gli auguri alla Clinton la riforma della Costituzione finisce in farsa”. Un’altra delle protagoniste della piazza fiorentina, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, spiega che “negli Stati Uniti il popolo ha vinto contro le élite, Wall Street, gli speculatori finanziari, la grande stampa e il pensiero unico dominante. In Italia il 4 dicembre accadrà lo stesso: il popolo non seguirà i diktat dei radical chic, dell’intellighenzia e delle lobby ma voterà per riappropriarsi della sua sovranità e mandare a casa un governo non eletto da nessuno”. Per la minoranza dem è l’ex segretario Pierluigi Bersani ad avvertire (e il messaggio è in primis a Renzi) che “il voto americano parla anche di noi” e se “vogliamo impedire che vinca ovunque una nuova destra” che “non è una destra liberista, è una destra della protezione” “dobbiamo attrezzare una sinistra larga che abbandoni le retoriche blairiane delle opportunità, delle flessibilità, delle eccellenze e scelga la strada della protezione sulla base dei propri valori di uguaglianza”.

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