Sara’ l’Italia del turn over, ma non una rivoluzione totale. La Nazionale ‘verde’ gioca a Vaduz una partita delle qualificazioni europee che non serve per la matematica, visto che gli azzurri sono gia’ ad Euro 2020, ma che Roberto Mancini vuole ugualmente vincere perche’ “mi piacerebbe arrivare primo nel girone e fare 30 punti per essere testa di serie: e’ quest’ultimo l’obiettivo piu’ importante e dobbiamo fare il massimo fino alla fine del girone di qualificazione all’Europeo”. Gli interrogativi maggiori sono quelli sulla formazione, visto che il ct ha deciso che i cambiamenti saranno tanti ma non totali, ovvero una formazione con undici giocatori diversi da quelli schierati inizialmente contro la Grecia.
“Penso di cambiare molti giocatori – spiega il ct -. Chi gioca? Sirigu, Belotti, Zaniolo, Izzo o Di Lorenzo, Romagnoli dipende da come sta, uno tra Grifo ed El Shaarawy, piu’ Biraghi. Ma non vorrei cambiarli tutti: si danno cose per scontate, ma io ricordo che squadre blasonate in Coppa sono state eliminate da formazioni di C. Cambiare tutti puo’ creare dei problemi”. Una precisazione sul ruolo del centravanti: “Belotti non e’ una seconda scelta – dice -. Lui e Immobile partono alla pari, sono tutti e due bravi e non cambia molto se gioca l’uno o l’altro. Non c’e’ una gerarchia per quella maglia”. Ma chi sara’ confermato: “Jorginho? Vedremo…”, si lascia scappare il tecnico. Che oggi vincendo a Vaduz, contro una rivale che in sette partite ha segnato 2 gol e ne ha incassati 20, raggiungerebbe Vittorio Pozzo, il ct dei Mondiali vinti nel 1934 e nel 1938, che, proprio nel ’38, ottenne nove successi consecutivi alla guida degli azzurri.
“Cosa provo? Mi manca una partita e due Mondiali – commenta Mancini -. Pozzo e’ un mito, ed e’ inutile parlare del niente”. Rifiutati i paragoni ingombranti, il tecnico guarda avanti per dire che “a marzo vorrei giocare un paio di amichevoli con nazionali del nostro livello. Trovare squadre aperte e che giocano sarebbe utile, visto che possiamo giocarcela con chiunque”. Ma in vista degli Europei cosa si sente di chiedere alla federazione? “I calciatori giocano tantissime partite, ogni tre giorni – risponde -, e capisco che chiedere uno stage sarebbe un sacrificio. Vorrei solo finire il campionato un po’ prima ma non e’ possibile, andiamo avanti cosi'”.