Chi vuole può guardare il bicchiere mezzo pieno: la temuta bocciatura europea della Legge di Stabilità non c’è stata. Ma si può anche vedere il bicchiere mezzo vuoto, perché nel parere giunto oggi da Bruxelles il Bilancio 2015 dell’Italia non esce nemmeno “promosso”. Rischia la “non conformità” con le regole del Patto di Stabilità e di crescita e come in altri due casi non facili, Francia e Belgio, l’Italia è stata “rimandata”. Non a settembre come gli scolari, ma in primavera: “la Commissione valuterà la situazione a inizio marzo 2015, in seguito all’approvazione delle leggi di bilancio e delle previste specifiche dei programmi di riforme strutturali annunciati”.
“Il nostro parere sottolinea che nonostante i progressi fatti L’Italia corre rischi di non conformità. Al tempo stesso riconosciamo che l’Italia attraversa circostanze economiche sfavorevoli, con un output gap di oltre il 4% del Pil”. In generale comunque la tolleranza della Commissione appare legata a doppio filo con i progressi che verranno compiuti sul versante delle riforme. La Penisola è uno dei sette paesi di Eurolandia – anche Belgio, Spagna, Francia, Malta, Austria e Portogallo – su cui viene ravvisato un rischio di non conformità dei bilanci. Su altri quattro Stati (Estonia, Lettonia, Slovenia e Finlandia), i bilanci programmatici sono stati ritenuti “sostanzialmente conformi”, ma viene comunque chiesto di “adottare le misure necessarie nell’ambito della procedura nazionale di bilancio al fine di garantire che il bilancio 2015 sia conforme al patto”.Gli altri cinque paesi di Eurolandia (Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi e Slovacchia) hanno fornito documenti programmatici di bilancio ritenuti “conformi al patto”. “Ai primi di marzo decideremo se è necessario adottare ulteriori misure”, ha detto Moscovici. “Per allora avremo un quadro più chiaro. Tutti devono fare la propria parte per promuovere la ripresa economica”.