La normativa sul passaggio dalla televisione analogica a quella digitale in Italia deve essere rivista. Lo chiede la Corte di Giustizia Ue in due sentenze sulla cause che hanno opposto Europa Way-Persidera/Agcom e Persidera/Agcom. La Corte rileva che il Ministero per lo Sviluppo economico e il legislatore italiano “non erano competenti, ai sensi del diritto dell`Unione, a sospendere e ad annullare il beauty contest indetto dall`Agcom: sia il Ministero sia il legislatore – osserva la Corte di Giustizia Ue – hanno influito sul corso del procedimento dall`esterno e sulla scorta di mere considerazioni di natura politica, così violando l`indipendenza di tale autorità di regolamentazione. Per tale ragione, la normativa italiana sull`attribuzione del dividendo digitale è contraria al diritto dell`Unione”. La Corte stabilisce poi che il metodo di conversione “ha in concreto svantaggiato Persidera, la quale, diversamente dai due grandi operatori Rai e Mediaset, diffondeva fino a quel momento non tre bensì solo due canali televisivi analogici. Rai e Mediaset hanno infatti fruito di un tasso di conversione pari al 66,67 % (ricevendo 2 multiplex ciascuna contro i tre canali analogici precedentemente posseduti) mentre Persidera ha avuto un tasso di conversione soltanto del 50 % (ricevendo 1 multiplex contro i due canali analogici prima posseduti)”. I due leader del mercato hanno così ottenuto, rispetto al numero dei canali televisivi analogici già posseduti, più frequenze digitali dei loro concorrenti minori. Tale criterio di conversione, per la Corte di Giustizia Ue, è quindi “oggettivamente discriminatorio”. Tuttavia, la Corte rileva che una simile discriminazione può essere giustificata se costituisce l`unico modo possibile (ciò che il giudice nazionale dovrà verificare) per perseguire obiettivi legittimi di interesse generale, ad esempio per garantire la continuità dell`offerta televisiva. La Corte demanda al giudice nazionale di “verificare se l`assegnazione di un unico multiplex digitale a ciascuno dei due maggiori operatori non sarebbe già stata sufficiente a consentire alla Rai e a Mediaset la prosecuzione della loro offerta televisiva. Una fornitura in eccesso a favore dei due leader del mercato, ossia Rai e Mediaset, sarebbe infatti contraria al principio di proporzionalità”.