di Giuseppe Novelli
Per l’esercito che fa capo al governo d’Accordo nazionale guidato da Faez al Sarraj (foto home con Federica Mogherini), nel rapimento dei due italiani ed un canadese avvenuto lunedì mattina nel sud della Libia ci sarebbe “la mano di al Qaida”. “Una banda criminale, nonostante che questa operazione porta l’impronta di al Qaida, ha rapito due operai italiani ed uno proveniente dal Canada che lavorano all’aeroporto di Ghat”, ha detto, citato dal portale libico “al Wasat”, il colonnello Ahmed al Masamari portavoce dell’esercito che fa capo al governo di Sarraj che controlla la zona di Ghat, luogo dove è avvenuto il rapimento. Il colonnello, che ha rilasciato questa dichiarazione ieri sera – come riferisce il portale – non spiega comunque su quali elementi poggia questa sua ipotesi. Bruno Cacace (foto, sx) e Danilo Calonego (foto), due tecnici della Conicos, azienda italiana che opera nel Paese Nordafricano, sono stati rapiti tre giorni. Fin’ora è stata esclusa l’ipotesi che il sequestro fosse opera di gruppi estremisti. Intanto, non si placano le polemiche sulla scorta ai due lavoratori italiani impegnati in un cantiere per la realizzazione dell’aeroporto di Ghat. “Non è mai stata revocata la scorta al personale operante all’aeroporto di Ghat, messi a disposizione anche tre autisti armati e quattro militari governativi”. Lo precisa la Con.I.Cos., l’azienda di Mondovì (Cuneo) per cui lavorano Cacace e Calonego. La Con. I Cos., azienda di ingegneria civile con numerose commesse internazionali, ha sottolineato che la scorta al servizio dei due lavoratori era “da utilizzare a discrezione del personale, in base alle esigenze di cantiere e agli spostamenti da effettuare sul territorio”. Nonostante, come afferma l’impresa, Cacace e Calonego potessero contare sui sette uomini a disposizione, al momento del rapimento erano accompagnati “da un solo autista armato che, fortunatamente, vista la situazione sopravvenuta, non ha reagito onde evitare il peggio”. “Una questione delicata” per il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, dichiarando che il governo è al lavoro per fare chiarezza sul rapimento dei due italiani. Secondo il ministro, quella in corso si tratterebbe della fase più delicata, in cui “serve uno sforzo come sistema paese e come governo per risolvere il caso”. L’azienda di Mondovì intanto afferma di seguire “con apprensione minuto per minuto” l’evolversi della vicenda.