Politica

Italicum, comitato Pd al via: si lavora per cambiare la legge. Renziani ora puntano su Cuperlo

Dopo molti contatti informali si riunirà con ogni probabilità per la prima volta in mattina il comitato formato dal Pd per valutare la possibilità di cambiare la legge elettorale. “Lorenzo Guerini ha comunicato che ci convoca ad horas, penso nella giornata di domani al massimo”, ha detto Gianni Cuperlo, esponente della minoranza Dem che fa parte della commissione insieme al vice-segretario, ai capigruppo di Camera e Senato Ettore Rosato e Luigi Zanda e al presidente del Partito Matteo Orfini. Fonti del Pd confermano che i cinque dovrebbero vedersi in mattina, dopo che ieri ci sono stati colloqui informali, come anche nei giorni scorsi. “Sulla legge elettorale faremo un gran bel lavoro”, ha assicurato Rosato, precisando però che non è ipotizzabile una soluzione a breve: “Adesso dobbiamo concentrarci sul referendum, ma sono ottimista”. Il problema è stabilire l’iter da seguire, su cui le opinioni non sono unanimi. Cuperlo, infatti, secondo quanto si apprende, spinge per un documento a firma Dem che costituisca la base di una futura proposta, su cui andare a discutere con gli altri partiti. Per la maggioranza, invece, il confronto con gli altri gruppi politici dovrebbe svolgersi senza basarsi su una proposta predefinita.

Cuperlo chiede a tutti, anche alla minoranza, di “trovare il sentiero per una condivisione” e dalla maggioranza si aspetta un passo avanti su alcuni punti: una nuova legge che parta “da un principio di rappresentanza”, senza ballottaggio, con “collegi uninominali che sono meglio delle preferenze” e un premio di maggioranza “al primo partito o alla prima coalizione di dimensioni ragionevoli”. La partita sullo sfondo, però, riguarda il “chiarimento” con la minoranza Dem, o meglio con le minoranze. I renziani non fanno mistero di voler “sfilare” Cuperlo dall’abbraccio con Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza. Le differenze, di toni ma anche di merito, sono apparse abbastanza evidenti. Per Cuperlo “bisogna tentare di trovare fino all’ultimo un punto di equilibrio” mentre per i bersaniani la commissione è un diversivo, “l’araba fenice” (dice il senatore Federico Fornaro). Su queste diversità, la maggioranza Dem intende agire, intanto mostrando le divergenze e dando una “legittimazione” a Cuperlo. Non a caso un ultra-renziano come il senatore Andrea Marcucci ha attaccato “una parte della minoranza Pd”, quella bersaniana, che sulla legge elettorale “si arrampica pericolosamente sugli specchi”. Poi serviranno però anche atti concreti per favorire la spaccatura del fronte anti-renziano. “Gli altri, Bersani e Speranza – spiega un deputato molto vicino al premier – ormai hanno deciso per il no. Cuperlo è l’unico che ragiona. Ma gli va lasciata briglia lunga, a Cuperlo bisogna dare qualcosa per aiutarlo a staccarsi”. Se l’entità delle “concessioni” sarà sufficiente, ragiona un altro esponente Dem, “Cuperlo potrebbe mollarli. Certo non diventerebbe renziano, ma potremmo avere una sinistra con cui dialogare”. L’ultima parola su cosa accogliere delle richieste del deputato Pd, però, spetta a Matteo Renzi. “Vediamo quando torna Matteo…”, conclude il deputato.

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