La riunione della commissione Pd sulla legge elettorale non è ancora ufficialmente fissata e questo dato da solo la dice lunga sulla situazione dentro al partito di Matteo Renzi. L’incontro si farà “in settimana”, assicurava ieri mattina Lorenzo Guerini, ma in serata Gianni Cuperlo non aveva ancora ricevuto nessuna convocazione ufficiale e, a differenza di lunedì, la minoranza Pd sembra ora cercare una posizione comune da tenere al tavolo della trattativa, mentre i renziani prendono tempo. Sempre lunedì scorso, Cuperlo aveva avuto un lungo colloquio con Roberto Speranza, non proprio positivo: l’ex capogruppo aveva ribadito che i bersaniani considerano la commissione voluta da Renzi solo un diversivo, mentre l’altro aveva ripetuto la sua determinazione ad andare a vedere le carte del segretario-premier. A inizio giornata di ieri, un parlamentare vicino a Bersani la metteva così: “Gianni non romperà con Renzi, non sappiamo se dirà sì al referendum o se si limiterà a non schierarsi per il no, ma a questo punto dovremo gestire la situazione perché avremo posizioni diverse”. Le cose, però, sono cambiate nel corso della giornata. Alla Camera ci sono stati lavori d’aula, le occasioni di colloquio sono state parecchie, e in serata sempre dal fronte bersaniano arrivava una versione diversa della situazione: “Ci siamo parlati con Gianni, abbiamo chiarito che la minoranza terrà una posizione unitaria, non ci saranno spaccature”.
Da vedere se le cose andranno proprio così. Cuperlo, conversando con i giornalisti alla Camera, ieri ribadiva la sua posizione: “Voglio davvero andare al confronto, le carte sono sul tavolo, se c’è la volontà politica si può trovare una quadra. Noi abbiamo detto che il Pd deve mettere nero su bianco una propria proposta, l’ideale sarebbe incardinare una proposta di legge in commissione… Si può ragionare anche su un documento politico, che sia però approvato in maniera solenne. Io lavoro per tenere unito il partito, ma con meno di questo non c’è spazio per un’intesa”. Diversa la linea dei bersaniani: “Diciamoci la verità, se davvero Gianni lavora per tenere unita la minoranza, la commissione sulla legge elettorale ha un destino già scritto. Il documento politico a noi non basta”. E’ stato lo stesso Bersani a dire che il tempo è ormai scaduto, nella convinzione che la commissione di Renzi serva solo a prendere tempo e a indebolire la campagna della minoranza contro il referendum. Anche per questo, probabilmente, gli uomini vicini al leader per ora non dicono nulla. “Parliamoci chiaro – spiega uno di loro – Bersani e i suoi hanno già deciso di votare no. Se noi dicessimo che ci impegniamo a fare la riforma dell’Italicum entro il 4 dicembre, loro direbbero che va fatta entro fine novembre… Il punto è capire se Cuperlo vuole davvero giocare una partita autonoma e cercare un’intesa”. Renzi, spiega un parlamentare a lui vicino, non intende imbarcarsi in un tiro alla fune su un documento politico – che preferirebbe comunque evitare – senza avere la certezza che il suo interlocutore lavori davvero per trovare un’intesa e non solo per lasciargli il cerino in mano. Le prossime ore dovranno servire a preparare il terreno alla riunione, che potrebbe essere convocata sia domani che mercoledì.