Politica

Italicum, Renzi compatta il Pd. Minoranza rilancia: ora iniziativa forte. E lunedì resa dei conti

A due giorni dalla direzione di lunedi’ 10 ottobre, la minoranza dem esplicita formalmente la richiesta a Matteo Renzi di prendere una “iniziativa politica importante” sull’Italicum. Lo fa con con Gianni Cuperlo, esponente di primo piano della Sinistra Dem, in un incontro ufficiale nella sede nazionale del partito. Spiega Cuperlo che quella di lunedi’ e’ una direzione convocata per discutere della situazione politica generale, formula utilizzata solitamente come ‘contenitore’ dei temi piu’ spinosi che si trova ad affrontare il partito. L’Italicum, certo, e’ uno di questi anche perche’ la minoranza dem ad esso – o, meglio, alle eventuali modifiche apportate ad esso – lega il suo Si’ al referendum costituzionale. Perche’, come fatto piu’ volte sapere, la riforma costituzionale con il suo “impianto parlamentare” non dispiace del tutto ai parlamentari della minoranza Pd. E’ il combinato disposto Riforma costituzionale-Italicum a spaventare: “L’una, la riforma, si muove in una direzione, l’assetto parlamentare. L’altro, l’Italicum, va in direzione completamente opposta, il presidenzialismo”. Da qui la richiesta di cambiare. E i punti su cui batte la minoranza sono sostanzialmente tre: garantire la rappresentanza parlamentare, prevedere il collegio unico che avvicina i cittadini agli eletti, togliere di mezzo il doppio turno o, almeno, quel premio di maggioranza giudicato “sproporzionato”. E di cambiamento, ormai, parla esplicitamente anche il governo. Renzi si e’ detto, direttamente o indirettamente, pronto a cambiare, non escludendo di ‘buttare a mare’ anche il doppio turno.

Anche il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi ha confermato: “Certo che siamo pronti a cambiare la legge elettorale. Mi auguro che la nuova legge elettorale metta d’accordo tutti, anche le opposizioni”. Tutto a una condizione: che arrivi una proposta dal Parlamento in grado di registrare una larga convergenza. E’ su questo punto, di metodo, che le distanze tra minoranza e maggioranza del partito rimane ampia. “L’Italicum e’ stato approvato in Parlamento, e’ vero, ma facendo ricorso alla fiducia. Non ci si venga a dire, a questo punto, che si tratta di un tema parlamentare e che il governo non puo’ intervenire. La prima mossa spetta proprio al governo”, e’ la posizione confermata da un senatore della minoranza dem. Difficile che lunedi’, sul tavolo della direzione, possa arrivare una proposta da parte del segretario. Piu’ probabile che Renzi si metta a disposizione per ricevere e vagliare le proposte, che arrivino da dentro o da fuori il partito. A questo scopo, il segretario dovrebbe dare mandato a una delegazione di sondare gli altri partiti per trovare punti di convergenza. Una ‘strategia dell’ascolto’ che mira ad ammorbidire le posizioni all’interno della minoranza, cercando di ottenere il massimo di unita’ possibile in vista del referendum, ma anche fuori di essa. Tanto che oggi, il presidente del consiglio, si e’ detto pronto a incontrare il presidente dell’Anm, Piercamillo Davigo, per discutere del disegno di legge sulla giustizia, sul quale il governo potrebbe mettere la fiducia. “Lo ascolteremo volentieri”, ha sottolineato Renzi, “cosi’ come ascolteremo tutti gli altri”. Un tentativo che sembra destinato, comunque vada, a tenere fuori Massimo D’Alema. Lo scontro tra Renzi e l’ex presidente del consiglio e’ ormai al calor bianco. Ieri era stato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Luca Lotti, ad accusare D’Alema di abbracciare la causa del NO al referendum solo per “una poltroncina”. Oggi e’ sceso in campo lo stesso Renzi, su Twitter: “Credo che D’Alema stia utilizzando il referendum per rientrare in partita. D’Alema per me e’ il passato, lui vota no perche’ spera di essere il futuro”.

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redazione