Italicum, Renzi resta solo. Forza Italia, M5S, Sel, Lega e minoranza Dem abbandonano la Commissione
Brunetta: “Al Pd tutta la responsabilità di approvarsi la riforma blindata, a disonore del Partito democratico stesso”
Le opposizioni annunciano l’Aventino sulla legge elettorale: Forza Italia, Movimento 5 stelle, Sel e Lega non parteciperanno alla seduta di oggi pomeriggio della commissione Affari Costituzionali della Camera, dove inizieranno le operazioni di voto sugli emendamenti all’Italicum. Solo Scelta civica ha deciso di non disertare, dopo un incontro tra il premier Matteo Renzi e gli esponenti del partito, Enrico Zanetti, Andrea Mazziotti e Mariano Rabino. Dito puntato, quindi, contro il presidente del Consiglio e il Pd, dopo le sostituzioni in commissione dei 10 deputati democratici dissidenti. Brunetta, capogruppo del partito che con la maggioranza aveva messo a punto le linee guida della legge elettorale, fa sapere che Fi lascerà “al Pd tutta la responsabilità di approvarsi in Commissione l’Italicum blindato, a disonore del Partito democratico stesso”.
“In commissione il padrone Renzi ha epurato i suoi deputati”, ha affermato Andrea Cecconi per il M5s, annunciando che il suo gruppo cercherà di migliorare l’Italicum in aula. Anche Sel, con il capogruppo Arturo Scotto, accusa Renzi di avere scambiato la commissione per “una sezione del Pd”, per cui i deputati del suo gruppo lasceranno i lavori commissione e si batteranno in Aula. Si sfila anche il Carroccio: “Penso proprio che lasceremo la commissione – ha detto Salvini -. Renzi se la canta e se la suona, vuol fare le leggi a suo uso e consumo. In un momento poi di emergenza, in cui ci sono i morti, in cui c’è il problema della disoccupazione, lui blocca il Parlamento con la legge elettorale e allora se la faccia da solo”. Rimane infine l’eventualità del voto di fiducia, per la quale l’esponente delle minoranze del Pd, Gianni Cuperlo, avverte: “Corriamo il rischio di approvare la riforma elettorale con i voti della sola maggioranza, nemmeno a ranghi completi, e con un profondo dissenso nel Pd. Se ci fosse la fiducia ognuno di noi risponderebbe alle proprie convinzioni, qua è in gioco la qualità della democrazia”.