Jobs act, l’intervento della Boldrini irrita i renziani. Il premier: “E’ un problema suo”

Jobs act, l’intervento della Boldrini irrita i renziani. Il premier: “E’ un problema suo”
22 febbraio 2015

di Maurizio Balistreri

“La Boldrini è la presidente della Camera, è l’arbitro dei lavori parlamentari e la lascio da parte. La sua frase? E’ un problema suo, non nostro”. Commenta così il premier Matteo Renzi, a “In mezz’ora” le parole della presidente della Camera sul Jobs act. In estrema sintesi, la Boldrini ha contestato pubblicamente la prova di forza sul Jobs act del premier che non ha voluto ascoltare la minoranza del suo partito. “Ci sono stati anche anche dei pareri non favorevoli da parte delle commissioni di Camera e Senato e forse sarebbe stato opportuno tenerli nel dovuto conto – ha detto ieri mattina la presidente della Camera –. Dopodiché io credo che non sia nella riforma del mercato del lavoro che si possa davvero puntare per una ripresa, bisogna crearlo il lavoro, e mi auguro che questa sia una priorità, perché il lavoro è la madre di tutte le emergenze”.

Dunque, la Boldrini per una volta si ribella a Renzi, generando così irritazione tra i renziani.  “Mi è un po’ dispiaciuto, personalmente e politicamente, il fatto che la terza carica dello Stato abbia preso una posizione così di fronte a una riforma del governo – ha detto Debora Serracchiani, vicepresidente del Pd -. Mi sembra un eccesso rispetto alla sua posizione di garanzia”. Apriti cielo. L’intervento del governatore del Friuli manda su tutte le furie il capogruppo alla Camera di Sel. “Ma come si permette Debora Serracchiani di definire un eccesso la posizione espressa dalla Presidente Boldrini – chiosa Arturo Scotto -. Dopo che sono mesi che denunciamo la spirale infernale tra fiducie e decreti dobbiamo assistere alle lezioncine di chi evidentemente non conosce neanche come funziona il Parlamento”.

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A dar manforte al deputato di Sel, il presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano. “Il Governo non ha tenuto conto, nei Decreti attuativi del Jobs Act, dell’opinione delle parti sociali e del Parlamento – puntella l’esponente del Pd -. Ha ragione la presidente Laura Boldrini: non c’e stato rispetto nei confronti dei pareri espressi da Camera e Senato”.  In campo anche Scelta Civica che, ovviamente, si schiera con la Serracchiani. “Il governo, tirando dritto sul Jobs act, ha esercitato una sua legittima facolta’, posto che il parere delle commissioni non era vincolante – recita una nota del partito -. In assenza di questioni vere sul metodo, ne consegue che quello della presidente Boldrini e’ stato un discutibile intervento fatto in realta’ per questioni di merito”.  La polemica è ancora aperta.

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