La toppa è peggio del buco, Johnson: il party a Downing Street pensavo fosse “lavoro”

Lo scandalo soprannominato “partygate” è diventato la più grande grana del primo ministro VIDEO

Boris Johnson Launches Poppy Day With An Armed Forces Tug Of War

LONDON, ENGLAND - OCTOBER 27: Mayor of London, Boris Johnson competes in a tug of war during the launch of London Poppy Day on October 27, 2015 in London, England. Poppies have been used to commemorate soldiers who have died in conflict since 1914 and are distributed by the British Royal Legion in the UK in return for donactions to the "Poppy Appeal". (Photo by Ben Pruchnie/Getty Images)

Boris Johnson si scusa per il party a Downing Street e davanti a Parlamento britannico dice “io credevo implicitamente che fosse un evento di lavoro”. Finora Johnson aveva rifiutato di commentare le notizie relative alla sua presenza al festino (“bring your own booze”) nel giardino della sua residenza di Downing Street. Lo scandalo soprannominato “partygate” è diventato la più grande grana nei due anni e mezzo di Johnson al potere. Durante il primo lockdown nel Regno Unito, iniziato a marzo 2020 e durato più di due mesi, quasi tutti gli assembramenti erano stati vietati. Milioni di persone isolate dagli amici e dalla famiglia. Vietato all’epoca anche visitare i parenti morenti in ospedale. Con migliaia di multe dalla polizia per aver infranto il divieto di assembramento.

Una serie di “avrei dovuto”. “Avrei dovuto rimandare tutti dentro, avrei dovuto trovare un altro modo” per ringraziare la propria squadra di lavoro. Johnson in chiara difficoltà di fronte a un attacco a tutto campo e in piena regola, in sede parlamentare e con tutti i crismi della democrazia, fatica a trovare scuse. “Posso capire la rabbia che le persone provano al pensiero che la gente in Downing street non seguisse le regole” aggiunge il primo ministro su quello che rappresenta lo scandalo più scomodo. Riassunto dall’opposizione britannica in Parlamento suona così: il premier “faceva festa” mentre la gente “moriva in solitudine”. “La festa è finita @BorisJohnson. Dimettiti” chiosa il laburista Keir Starmer.

Ma anche alcuni membri del partito conservatore, il suo, la pensano allo stesso modo e dicono che dovrebbe dimettersi se non riesce a sedare il furore. “Come si difende l’indifendibile?” twitta il deputato conservatore Christian Wakeford. “Non puoi! È imbarazzante e quel che è peggio è che erode ulteriormente la fiducia nella politica quando è già bassa. Abbiamo bisogno di apertura, fiducia e onestà nella nostra politica ora più che mai e che parte dall’alto!”. Johnson ha riconosciuto per la prima volta oggi di essere stato alla festa in giardino del maggio 2020 nel suo ufficio di Downing Street. “Con il senno di poi, avrei dovuto rimandare tutti dentro” ha detto. E di sicuro sarebbe stato meglio. Ma un fatto è certo: la toppa è peggio del buco.