Cultura e Spettacolo

Josephine Baker, prima donna nera a entrare nel Pantheon francese

Josephine Baker è la prima donna nera a entrare nel Pantheon francese. A mezzo secolo dalla sua scomparsa, Parigi le ha anche intitolato una fermata del metrò. Nata in povertà nel Missouri nel 1906, e seppellita a Monaco nel 1975, la celebre ballerina, cantante e attrice ha combattuto nella resistenza francese durante la Seconda guerra mondiale ed è stata attivista contro il razzismo. Già insignita con la Legione d’onore, la “Venere nera”, questo era il suo soprannome, è una delle sei donne appena che entrano a far parte del mausoleo che conserva i resti dei grandi personaggi che hanno lasciato il segno nella storia della Repubblica francese. È anche la prima artista a essere immortalata accanto a icone come Victor Hugo, Emile Zola e Marie Curie.

La richiesta dell’ingresso al Pantheon parigino della prima grande star nera al mondo segue anni di campagna promossa dai familiari e fan di Baker per poterle dare un importante riconoscimento postumo. Il presidente francese Emmanuel Macron ha accolto la richiesta ad agosto, riconoscendo il fatto che l’intera vita di Baker è stata dedicata alla “doppia ricerca di libertà e giustizia”, ha scritto il suo ufficio la settimana scorsa. Baker è seppellita a Monaco, dove i suoi resti rimarranno. Alla cerimonia una bara contenente una manciata di terra dai quattro posti dove ha vissuto – la città americana di St. Louis, dove è nata, Parigi, lo Chateau de Milandes, dove ha vissuto nel Sudovest della Francia, e Monaco – verrà posta nella tomba a lei riservata al Pantheon. Nella zona sud di Parigi, la fermata del metrò vicina al Teatro Bobino, l’ultimo dove si esibì prima della sua morte nel 1975, porta ora il suo nome.

All’inaugurazione, oltre al vice-ministro dell’Ambiente con delega ai trasporti Jean-Baptiste Djebbari, anche i figli di Josephine Baker, Mara Bouillon-Baker e Luis Bouillon-Baker: “Parigi è talmente rappresentativa dell’immagine di mia madre, come ho detto, perché è arrivata a 18 anni e se n’è andata a 68”. “Penso che sia un orgoglio, anche per quelli che sono all’estero. Perché c’è una riconoscenza straniera ora e le persone saranno felici di vedere che è associata alla vita normale dei parigini”.

Le sue danze esuberanti e piene di energia catturarono l’età del Jazz: uno dei momenti memorabili della sua carriera è quando ballò il charleston al Folies Bergère con indosso solo un filo di perle e una gonna fatta di foglie di banana, una provocazione diretta alle fantasie coloniali sulle donne nere. Una performance che sigillò l’idillio tra la Francia e l’icona di stile dallo spirito libero, che ricevette la nazionalità francese nel 1937.

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