Jovanotti è salito in cattedra al Politecnico di Milano è si è trasformato in professore per un giorno, entusiasmando gli studenti che hanno affollato l’aula dell’ateneo milanese. Alla lezione, durata circa due ore, hanno assistito più di 2 mila ragazzi se si conta anche chi, una volta esauriti i posti, l’ha seguita in video da due aule vicine. Jovanotti ha spaziato dall’arte alla tecnologia, parlando della bellezza dell’Italia, che non è solo Rinascimento, “ne abbiamo fatte tante di cose”, dell’importanza di imparare l’inglese “le lingue straniere sono un modo eccezionale per specchiarsi nella tua”, e della forza dell’entusiasmo. “Le cose si cambiano a forza di entusiasmo e non a forza di ragionamenti’, questo è vero, il ragionamento è più tipico dell’anziano, l’entusiasmo dei ragazzi, quindi fra queste due forze l’entusiasmo vince”. Il cantante, che ha risposto sia alle domande dei giornalisti del “Corriere della Sera” Andrea Laffranchi e Gian Antonio Stella sia a quelle poste via Twitter dagli studenti, ha anche parlato del suo amore per la letteratura, grande fonte di ispirazione e poi soprattutto di quello per la musica che “è molto meritocratica, vince chi lascia il segno”. “Mi fa soffrire fare i dischi, ma poi c’è quel momento di magia che paga tutto, per quella cosa pagherei e invece mi pagano, quello per me è la gioia della mia vita ed è una cosa che cerco di restituire sempre se posso”. L’evento è stato organizzato nell’ambito di Universiday, progetto del Corriere della Sera in collaborazione con Miworld, Camera di Commercio e Comune di Milano e le università e accademie milanesi.