E’ Juve-Barcellona il 6 giugno a Berlino. Allegri sorride col tweet notturno: “l’abbiamo fatta grossa”. Sì perché la Juve è in finale di Champions League 12 anni dopo Manchester, 9 dopo la retrocessione in B. Finisce 1-1 al Santiago Bernabeu. La Juve soffre, va sotto per un ingenuo fallo da rigore di Chiellini su James al 22′. Ronaldo dal dischetto non sbaglia. Ma è Morata che fa fuori il suo Real sugli sviluppi di una punizione calciata da Pirlo. Non esulta l’ex madridista. El Moratazo che si prende la rivincita contro chi lo aveva lasciato in panchina d’estate. È la seconda finale di Champions consecutiva per lo spagnolo, ma è la prima che può sentire davvero sua: “Negli spogliatoi ho cantato anche io, la finale di Champions dopo 12 anni è fantastica, possiamo continuare a sognare fino alla fine”. ‘Moratazo’ è il titolo scelto di ‘Marca’ per sintetizzare la fine del sogno madridista.
“Addio a Berlino – scrive il sito online del quotidiano vicino al Real – Finisce il sogno Real di agguantare l’11ma Coppa. Al Bernabeu decide Morata che ha restituito splendore al club italiano”. “Morata lascia il Real senza finale”, è invece il titolo scelto da ‘AS’ che scrive di “predominio schiacciante della squadra di Ancelotti in una notte dove c’è stato il cuore ma non l’efficacia”. El Mundo Deportivo celebra: “Mamma mia”. E se Ancelotti ha rimpianti per l’andata, Allegri sorride: “In questo momento giocare contro il Barcellona è quasi impossibile. Lì davanti hanno tre giocatori stratosferici, noi dobbiamo essere consapevoli delle nostre possibilità e andare a Berlino per giocarci questa coppa. In una partita secca può succedere di tutto, sarebbe stato più difficile sulla doppia sfida”.