Il governatore di Istanbul, Vasip Sahin, ha aggiornato il bilancio delle vittime dell’attacco allo scalo internazionale Ataturk: il numero dei morti sale a 41, quello dei feriti a 239. Tra le vittime vi sono almeno 13 stranieri, di cui tre con doppia cittadinanza, gli altri sono cittadini turchi. Dei feriti, 103 sono stati già dimessi dopo le prime cure. Il premier Binali Yildirim ha detto che i primi indizi indicano che sull’attacco, avvenuto attorno alle ore 22 locali vi è l’impronta dell’Isis (Stato islamico), ma che le indagini sono ancora in corso. Al momento non è stata fatta alcuna rivendicazione dell’attentato. La Farnesina sta facendo tutte le verifiche del caso sulla eventuale presenza di italiani. Finora ci sarebbero un ucraino e un iraniano tra le persone straniere identificate e uccise nell’attacco suicida messo a segno ieri sera da un commando di 7 attentatori. In alcune immagini registrate dalle telecamere di sicurezza si osserva uno dei kamikaze fuggire dalla polizia, facendosi poi esplodere dopo essere rimasto a terra, ferito. Altri testimoni oculari hanno affermato che altri due attentatori si sono fatti saltare in aria al terminal dei voli internazionali.
Nella notte 49 ambulanze hanno trasportato i feriti principalmente in tre ospedali situati nei pressi dell’aeroporto. Yildirim ha escluso che ci possano essere attentatori fuggiti aggiungendo però di “tenere in considerazione tutte le ipotesi” ed ha sottolineato che è “significativo” che l’aggressione sia avvenuta in concomitanza con dei passi di riconciliazione avviati dalla turchia con Israele e la Russia in questi ultimi giorni. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha affermato in un comunicato che “l’attacco ha dimostrato ancora una volta il volto oscuro delle organizzazioni terroristiche che prendono di mira i civili innocenti. È evidente che questo attacco non era mirato a raggiungere alcun obiettivo, ma a fornire materiale al mondo per metterci in cattiva luce utilizzando il sangue e il dolore di vittime innocenti”. Il presidente ha anche auspicato che “l’attacco all’aeroporto Atatürk diventi una pietra miliare per una lotta da intraprendere in comune contro i gruppi terroristici, con i paesi occidentali in primis e in tutto il mondo”.
Gli ingressi e le uscite in aeroporto sono stati bloccati per diverse ore dopo l’attentato, mentre i voli in arrivo allo scalo internazionale Atatürk sono stati dirottati agli aeroporti di Sabiha Gökçen di Istanbul, a Izmir, Bursa ed Ankara. A partire dalle 05.00 (04.00 italiane) l’aeroporto è tornato al normale funzionamento. L’aeroporto di Atatürk è il dodicesimo aeroporto più frequentato al mondo e il terzo in Europa. Nel 2015 ha registrato il passaggio di 61 milioni di persone. L’attacco di ieri notte è stato l’ultimo di 10 sanguinosi attentati realizzati in Turchia nell’ultimo anno, il quarto a Istanbul nel giro di sei mesi. La tempistica dell’aggressione risulta di particolare gravità anche per la prossimità della festa di conclusione del Ramadan. Nessuno degli attacchi effettuati finora e attribuiti dalle autorità turche all’Isis è stato rivendicato ufficialmente dall’organizzazione armata.