Centinaia di dimostranti, tra cui molte attiviste femministe, hanno protestato davanti al Kenyatta National Hospital (KNH) a Nairobi per denunciare casi di presunti stupri, ma anche per attirare l’attenzione sulla scarsa rappresentatività delle donne al governo. In base alla Costituzione del 2010, le donne dovrebbero ricoprire almeno un terzo dei seggi in parlamento e un terzo degli incarichi governativi, ma finora queste quote non vengono rispettate. Il rieletto presidente Uhuru Kenyatta ha nominato un governo di soli uomini, anche se alcuni incarichi restano vacanti. Debbie Oyugi, vittima di malasanità: “La mia è un storia in cui sono stata ricoverata per un caso di appendicite e mi sono svegliata in un reparto dove mi avevano tolto un’ovaia; e c’è poco da portare avanti, tutti stanno zitti, le carte si perdono e più si indaga e più si resta frustrati”. “Oggi sento che molte cose sono venute a galla e molte più persone si faranno avanti. Chi può permettere che una donna che ha appena partorito venga stuprata? Viviamo in una società in cui è necessario proteggere le donne, la stessa persona che dovrebbe proteggerti è quella che ti stupra”. Rita Mutheu, dell’organizzazione Her (Health Empowerment and Rights). “E’ un dato di fatto che le violenze contro le donne sono un tema delicato in Kenya. Il Kenyatta National hospital mostra il marcio della società, è indegno che le donne che escono dalla sala parto abbiano a che fare con una simile violenza”. Il presidente del comitato sindacale dei dipendenti del Kenyatta National Hospital, Pius Cheboi: “Se c’è qualcuno che sta politicizzando il nostro ospedale gli chiediamo di portarsi questa politica da un’altra parte e non nel Kenyatta National Hospital. Se queste persone non si scuseranno, anche noi siamo scossi, siamo stati colpiti da questo genere di diffamazione diretta contro di noi ingenuamente”.