Sono stati proprio i tre marine che l’avevano abbassata nel 1961, Jim Tracy, F.W. Mike East e Larry C. Morris, a innalzare nuovamente la bandiera statunitense davanti alla facciata dell’ambasciata americana all’Avana. Una giornata storica, a 54 anni dalla fine dei rapporti diplomatici fra Washington e Cuba, alla quale ha presenziato il segretario di Stato Usa John Kerry, il primo rappresentante della diplomazia americana a mettere piede sull’isola dal 1945. “E’ bellissimo essere qui. Si tratta di un momento storico che segna la ristabilizzazione delle relazioni diplomatiche dopo 54 anni”, ha detto Kerry pronunciando il suo discorso in spagnolo. “Un’occasione memorabile, il giorno per mettere da parte tutte le bandiere. Sappiamo che il cammino sarà ancora lungo, ma porterà benefici a tutti i nostri cittadini”. Gli Stati Uniti e Cuba “non sono piu nemici o rivali, ma vicini”, ha detto ancora Kerry, sottolineando che l’ avvio di normali relazioni diplomatiche “non e un favore fatto da un Paese a un altro. Normali relazioni rendono piu facile parlarsi. Il parlarsi fa si che possiamo capirci meglio”.
Il segretario di Stato americano, chiamato a rappresentare Washington in una delle tappe più simboliche del processo di riavvicinamento fra i due ex nemici della Guerra Fredda, ha ricordato i momenti peggiori dei rapporti con Cuba, dagli eventi della Baia dei Porci nel 1961 alla crisi dei missili nel 1962, “che ci portò sull’orlo della guerra nucleare”. Kerry ha aggiunto che “il futuro di Cuba deve essere realizzato dai cubani”, ma che gli Stati Uniti continueranno a fare pressione sul governo dell’Avana per le riforme, specialmente quelle sui diritti umani, “in modo che tutti siano liberi di praticare la propria fede, di scegliere il proprio leader”. Il rappresentante della diplomazia americana ha anche ringraziato anche il Santo Padre e il Vaticano per aver sostenuto il processo, sottolineando come “non è un caso che papa Francesco sarà qui in visita presto”. Quanto all’embargo nei confronti di Cuba resta in vigore, ma “in questa nuova situazione di normalizzazione potrà essere rimosso dal Congresso, cosa che noi ci auguriamo”, ha detto Kerry, ricordando che “l’amministrazione Obama sostiene con forza la revoca dell’embargo”, ma la maggioranza repubblicana che attualmente siede in Congresso potrebbe non consentirlo.