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Khamenei riafferma la determinazione dell’Iran e minaccia: “La resistenza non è finita, Israele verrà sradicato”

L’ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema della Repubblica Islamica dell’Iran, ha pronunciato parole di forte condanna nei confronti delle forze che sostengono il regime israeliano, ribadendo che l’idea che la resistenza sia ormai finita è “completamente sbagliata”. In un incontro con migliaia di donne e ragazze iraniane, organizzato alla vigilia dell’anniversario della nascita di Hazrat Fatima Zahra, Khamenei ha affermato che, contrariamente a quanto pensato da molti, la lotta contro Israele e il suo regime non solo continua, ma è destinata a trionfare. “Quello che verrà sradicato è Israele”, ha dichiarato con fermezza, facendo eco alle posizioni tradizionali della Repubblica Islamica contro l’occupazione israeliana.

La “via dei martiri della resistenza”

Il leader iraniano ha dedicato una parte significativa del suo discorso a commentare i recenti sviluppi in Siria e le attività del regime israeliano, definendo “ingannevoli” le supposizioni di coloro che pensano che la resistenza in Medio Oriente stia per esaurirsi. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Irna, Khamenei ha sottolineato che la “via dei martiri della resistenza” non è finita e che le forze che combattono contro il sionismo, come quelle di Gaza e del Libano, continuano a resistere con determinazione, nonostante gli incessanti attacchi quotidiani da parte di Israele. In particolare, ha parlato della situazione in Siria, dove, a suo dire, il regime israeliano sta cercando di indebolire e circoscrivere le forze di Hezbollah, con l’obiettivo di minare la resistenza in tutta la regione. Tuttavia, Khamenei ha ribadito con fermezza che non sarà la resistenza a essere sradicata, ma piuttosto Israele stesso.

Gli Usa nel mirino di Khamenei

Khamenei ha anche criticato aspramente il coinvolgimento degli Stati Uniti e dei loro alleati nella regione, accusandoli di aver pensato che la resistenza fosse ormai finita, sulla base dei crimini commessi dal regime sionista e delle manovre politiche in atto. “Hanno pensato che la resistenza fosse finita, ma si sbagliano di grosso”, ha dichiarato, rifiutando qualsiasi idea di resa o di capitolazione. L’ayatollah ha ricordato che le idee e lo spirito dei leader della resistenza come Sayyid Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, e Yahya Sinwar, leader di Hamas, sono ancora vivi. “Lo spirito di Nasrallah è vivo, lo spirito di Sinwar è vivo”, ha affermato con convinzione. “Il loro martirio non li ha rimossi dal regno dell’esistenza. I loro corpi sono andati, ma i loro spiriti e pensieri rimangono, e il loro cammino continua”, ha aggiunto, riferendosi alla memoria dei martiri che hanno sacrificato la loro vita per la causa della resistenza.

La visione dell’ayatollah

Queste parole, che rafforzano la determinazione dell’Iran nel sostenere le forze di resistenza in Medio Oriente, si inseriscono in un contesto di crescente tensione tra Israele e i suoi avversari regionali. Khamenei ha voluto così ribadire la sua posizione ideologica e politica, indicando che la lotta contro l’occupazione israeliana è lontana dall’essere conclusa e che i popoli che si oppongono al sionismo sono ancora pronti a lottare. La sua dichiarazione non solo sottolinea la persistenza della resistenza, ma avverte anche Israele e i suoi alleati che la fine del conflitto non porterà alla vittoria di chi occupa la terra palestinese, ma alla sconfitta definitiva di Israele. La visione di Khamenei, purtroppo, si colloca in un contesto di persistente conflitto e di divisioni profonde nella regione. Tuttavia, il suo messaggio è chiaro: la lotta per la liberazione delle terre occupate, per la giustizia e per la resistenza contro l’imperialismo non si fermerà, finché non sarà completamente eliminato il regime sionista.

Pubblicato da
Enzo Marino