Il marito Brendan Cox, ricordando la moglie uccisa ha chiesto che “ci uniamo tutti per combattere l’odio che l’ha uccisa”. Secondo il Southern Poverty Law Centre, un gruppo americano di difesa dei diritti civili, il presunto omicida è “un fervente sostenitore” di un gruppo neonazista con sede negli Stati Uniti. Tommy Mair avrebbe speso più di 620 dollari nelle opere della National Alliance, gruppo che propugna un Paese popolato esclusivamente da bianchi e l’eliminazione degli ebrei. “Faccio fatica a crederci, mio fratello non è violento e non è per nulla politicizzato” ha detto al Daily Telegraph, Scott Mair, il fratello. “Ha dei precedenti di malattia mentale, ma si è fatto aiutare”.
Attivista per la causa dei rifugiati, Jo Cox, che i quotidiani definiscono una “stella nascente” del labour, aveva sempre fatto l’elogio della diversità. Per tre mesi aveva ricevuto minacce e le aveva denunciate la polizia, ma l’uomo incriminato per questi fatti non è l’omicida, ha detto la polizia. Su Twitter, Alastair Campbell, consigliere dell’ex premier Tony Blair, ha attaccato un parte della stampa: “I giornali che alimentano l’odio e la rabbia verso i politici (…) ora preparano un bel necrologio di Jo Cox”, ha scritto. Il premier David Cameron ha parlato di “tragedia”. “Quel che è successo va oltre l’orrore” ha detto Corbyn. La morte di Cox è piombata come un macigno sulla campagna per il voto del 23 giugno, mentre gli ultimi sondaggi mostrano che la Brexit è in vantaggio e provocano il nervosismo dei mercati e la preoccupazione di Bruxelles. Stamani la sterlina è in recupero, così come la borsa di Londra: i mercati, sempre cinici, si sono convinti che l’omicidio della deputata e la sospensione della campagna aiuteranno il campo del “Remain”, favorevole alla permanenza nella Ue.