L.Stabilità, via libera del Cdm. Verso manovra da 36 miliardi
18 miliardi a taglio tasse e 15 miliardi da spending review
Una manovra espansiva lievitata fino a 36 miliardi coperta, tra l’altro, da tagli alla spesa per 15 miliardi e utilizzando la leva del deficit per 11,5 miliardi, senza però sforare il tetto del 3% del deficit. Nessun aumento delle tasse, fanno sapere da palazzo Chigi, ma spinta alla lotta evasione fiscale da cui si punta ad incassare circa 3 miliardi. Il valore del provvedimento è salito per la decisione di destinare 18 miliardi al taglio delle tasse e alla riduzione del costo del lavoro. Una manovra, la prima del governo Renzi, che conterrà la stabilizzazione del bonus Irpef da 80 euro per un costo di 10 miliardi, di cui 3 già coperti nel dl Irpef (con il rafforzamento delle detrazioni per le famiglie numerose monoreddito che dovrebbe costare altri 500 milioni), il trasferimento del Tfr in busta paga dei lavoratori su base volontaria, e l’azzeramento della componente costo del lavoro dall’Irap che vale 6,5 miliardi.
Per quanto riguarda la spending review (da cui si punta di ottenere 15 miliardi) la sanità dovrebbe uscirne indenne, mentre la scure dei tagli si abbatterà prevalentamente su Regioni (4-5 miliardi) ed enti locali (2-3 miliardi). Circa 4 miliardi dovrebbero arrivare dai tagli ai ministeri. Dal pubblico impiego e soprattutto dalla riduzione del 3% delle retribuzioni dei dipendenti pubblici si stima di incassare un altro miliardo, ma la misura potrebbe non entrare nella versione finale della manovra. In bilico anche le misure sul riordino della tax expenditure e la riforma delle società partecipate da cui si punta a incassare un altro miliardo.
Sul capitolo evasione, inoltre, dovrebbe trovare spazio nel testo l’ampliamento del reverse charge sull’Iva. Il settore giochi dovrebbe, invece, consentire di recuperare un altro miliardo di euro. i sono poi una serie di altre voci confermate ma che hanno un costo, a partire dalla proroga dell’ecobonus del 65% e del bonus ristrutturazione del 55%, l’allentamento del patto di stabilità interno, la stabilizzazione dei 150mila precari della scuola, lo sblocco degli scatti per il comparto sicurezza, il credito d’imposta per la ricerca. Per finire, ci sono le spese indifferibili: dal 5 per mille alle missioni internazionali di pace.
Sul fronte lavoro si punta a destinare un miliardo per incentivare la cancellazione dei contributi per le assunzioni a tempo indeterminato per un periodo di tre anni e ameno altri 1,5 miliardi dovrebbero essere destinati a finanziare i nuovi ammortizzatori sociali.