La Balena bianca non muore mai. De Mita si candida sindaco
Dopo tante partite difficili stavolta ha deciso di giocarne una che sembra più facile delle altre. Almeno se riuscirà a convincere gli esponenti locali del Pd ad appoggiarlo, dopo l’addio sdegnoso che dette nel 2008 al partito, quando Walter Veltroni gli sbarrò la strada della candidatura alla Camera dopo 11 legislature consecutive. Ciriaco De Mita, 86 anni, un passato da ex di primissimo piano nella storia della Prima repubblica – presidente del Consiglio, ministro, segretario della Dc negli anni ’80 – ha infatti deciso di correre per una delle pochissime poltrone che ancora gli manca, quella di sindaco di Nusco, il suo paese di origine. Con il quale ha un legame che va al di là del semplice fatto anagrafico: Nusco è il luogo dove De Mita, all’apice della sua carriera politica, riceveva ospiti e politici che volevano parlare con lui, alternando le visite alle proverbiali partite a carte al bar con i suoi compaesani. Un “buen ritiro” che in quel periodo era diventato ombelico del mondo parlamentare, citato in tv e cronache dei giornali. Erano in pochi in Italia a non conoscere quel paese in provincia di Avellino che conta poco più di 4000 abitanti. Ma negli anni il cognome De Mita non ha mai perso il suo alone di potere.
Neppure a livello di “affari” di mattone: il palazzo a Roma in via degli Arcioni 7, alle spalle di fontana di Trevi, dove la famiglia ha abitato per moltissimi anni, è stato acquistato dai De Mita il 4 febbraio 2011 a un prezzo finale per i 30 vani (e le 11 finestre) che sembra sia stato di 3.415.700 euro, cifra considerata molto al di sotto (qualcuno dice la metà) del valore effettivo di mercato. E in quel palazzo ha aperto la propria sede il Nuovo centro destra di Angelino Alfano. Dopo anni di supremazia assoluta, però, anche Ciriaco De Mita ha dovuto arrendersi nel 2008 al rinnovamento imposto dall’allora segretario dei Democratici ed è stato costretto a cedere il passo. Non ad una qualsiasi però: Veltroni scelse di candidare Pina Picierno al suo posto. Una che, tanto per capire, oltre ad essere sua allieva, si è laureata in scienze della Comunicazione con una tesi sul linguaggio politico di Ciriaco De Mita. “L’ho cresciuta io – commentò quando venne eletta – Che dire? Il nuovismo al posto del progresso. Il Nuovo è corruzione di minorenni”. Oggi l’ex uomo più potente d’Italia come lo definì Gianni Agnelli sempre in quei mitici (per lui) anni ’80, si prepara invece a una sorta di vendetta sul “nuovismo” volendo prendere il posto dell’attuale sindaco di Nusco, guarda caso un altro De Mita, Giuseppe, nipote con il quale non ha avuto rapporti facili e cordiali. Anzi. Quando nel 2009 venne eletto primo cittadino per il Pd i legami si interruppero bruscamente fino a scivolare quasi nell’odio.
“Se amo la politica lo devo a lui – raccontò Giuseppe in un’intervista a “Il Giornale” subito dopo le elezioni – Mi sono formato a casa di zio Ciriaco. Sturzo, De Gasperi, tutti i grandi Dc li leggevo nella sua biblioteca. Mi sono fatto alla sua scuola. Ho frequentato la Cattolica di Milano come lui. Avevamo un legame fortissimo. Per me era più un padre che uno zio”. Poi però qualcosa si ruppe. “Ero delegato irpino del movimento giovanile Dc. Zio decise che sarei stato consigliere provinciale. Per particolari circostanze divenni invece sindaco di Nusco. Lui però era contrario e pretese le dimissioni. Ma ero eletto e non potevo. Di qui, il patatrac. Non mi ha mai perdonato la disobbedienza, lo vive ancora come un grande amore tradito. Da parte mia è stato un gesto di autonomia e di rispetto democratico per i voti raccolti a Nusco”. Di contro Ciriaco non ha mai perdonato al nipote l’attacco durissimo che gli fece censurando il suo sistema di potere. Un’aggressione alla quale il giovane De Mita tentò poi di rimediare chiedendo scusa in una assemblea pubblica. La risposta fu sprezzante, lo zio gli consigliò addirittura di “cambiare cognome”.
Oggi però i rapporti sembrano essere tornati più cordiali. Anche perché Giuseppe ha già annunciato che non si ricandiderà. Così Ciriaco ha pensato di puntare a quella carica che lo incoronerebbe definitivamente “signore” di Nusco. Qualche piccolo intoppo però ancora esiste. De Mita, dopo lo strappo con Veltroni nel 2008, decise di passare all’Udc facendosi candidare alle Europee. La lista ottenne il 6,8 per cento ma essendoci lo sbarramento all’8 per cento non venne eletto. Da quel momento, però, tutto il suo appoggio politico è stato nell’area del centrodestra. Ed è per questo che ora sta cercando di recuperare preparando un’alleanza tra Udc e Partito Democratico. Ci riuscirà? A Pasqua, racconta chi lo ha incontrato, era al lavoro sulle liste. E a Nusco nessuno ha dubbi sul fatto che sabato, ultimo giorno per presentare le candidature a sindaco, il nome di Ciriaco ci sarà. (Il Tempo)