La Bce fa tremare la Grecia: stop ai finanziamenti. Tsipras: “Noi non ci lasceremo ricattare”

I bond greci non sono ritenuti più garanzia di liquidità. Il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis: “La Germania sa bene cosa può succedere quando si scoraggia una nazione orgogliosa”

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La Banca Centrale Europea gela la Grecia a pochi giorni dalle elezioni di Tsipras, che ha vinto grazie alla sua politica di antiausterità, annunciando che non permetterà alle banche greche di continuare ad utilizzare i suoi titoli di stato quale garanzia per approvvigionarsi di nuova liquidità. E’ stato categorico dunque, al proposito, il direttivo dell’Eurotower che già concesse questa possibilità alla Grecia con una deroga nel 2010. La stessa Bce spiega che quella deroga permetteva che i titoli pubblici greci fossero utilizzati nelle operazioni di politica monetaria dell’Eurosistema nonostante la Grecia non avesse più un rating al livello d’investimento, ma speculativo. Questa concessione era stata rilasciata in virtù della permanenza della Grecia all’interno del programma di risanamento della Ue. Un progetto che pare definitivamente sfumato perché il presidente Bce Mario Draghi (foto) su questo punto è stato lapidario giudicando sostanzialmente negativa la nuova linea anti – troika impressa dal governo. E che i bond grechi non siano più garanzia per ottenere liquidità lo si è deciso subitp dopo gli incontri di Tsipras alla Ue e del ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis.

IL MINISTRO GRECO Il ministro il quale, in un’intervista alla radio pubblica tedesca Ard, ha chiesto ai partner europei “tempo fino a maggio per poter elaborare i nostri suggerimenti per una soluzione” della complessa trattativa sulla rinegoziazione del debito ellenico. Eppure in un’altra intervista al quotidiano ‘Die Zeit’, Varoufakis ha invece affermato che “la Germania non deve fidarsi della Grecia ma ascoltarla”. Promettendo di non aumentare l’indebitamento del paese, il ministro ha definito il piano di assistenza della troika “un errore enorme” e ha invocato un “piano Merkel”, sulla scia del piano Marshall, che “unisca i popoli europei e diventi una meravigliosa eredita’ per il paese tedesco”. Varoufakis ha poi rilanciato la proposta di un “prestito ponte” della Bce e ha confermato che non intende chiedere un ‘haircut’, ovvero una riduzione del valore nominale del debito”. Il ministro ellenico ha inoltre rivelato di aver contattato il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, per chiedergli di aiutarlo a elaborare un programma di riforme che vada nella direzione di una maggiore equita’ fiscale e della lotta alla corruzione. Il braccio di ferro tra Grecia è iniziato e la prima doccia dalla Bce non è tardata ad arrivare.

LA REAZIONE GRECA Atene risponde a Francoforte e lo fa in maniera decisa. Per prima cosa il governo di Tsipras ha chiarito che “la Grecia non fa ricatti e non li accetta”. Poco dopo il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis ha risposto alla mossa di mercoledì della Banca centrale europea, che ha deciso di non accettare più i titoli di Stato ellenici detenuti dalle banche del Paese in cambio di liquidità, con una provocazione durissima all’indirizzo di Berlino: “La Germania sa bene che cosa può succedere quando si scoraggia troppo a lungo una nazione orgogliosa e la si espone a trattative e preoccupazioni di una crisi del debito deflattiva, senza luce alla fine del tunnel: questa nazione prima o poi fermenta”. Un riferimento per nulla velato agli anni drammatici della nascita del nazionalsocialismo. “Siamo il primo tassello del domino che cade – ha sottolineato poi Varoufakis – ma non siamo i responsabili dell’effetto domino“.