IL MINISTRO GRECO Il ministro il quale, in un’intervista alla radio pubblica tedesca Ard, ha chiesto ai partner europei “tempo fino a maggio per poter elaborare i nostri suggerimenti per una soluzione” della complessa trattativa sulla rinegoziazione del debito ellenico. Eppure in un’altra intervista al quotidiano ‘Die Zeit’, Varoufakis ha invece affermato che “la Germania non deve fidarsi della Grecia ma ascoltarla”. Promettendo di non aumentare l’indebitamento del paese, il ministro ha definito il piano di assistenza della troika “un errore enorme” e ha invocato un “piano Merkel”, sulla scia del piano Marshall, che “unisca i popoli europei e diventi una meravigliosa eredita’ per il paese tedesco”. Varoufakis ha poi rilanciato la proposta di un “prestito ponte” della Bce e ha confermato che non intende chiedere un ‘haircut’, ovvero una riduzione del valore nominale del debito”. Il ministro ellenico ha inoltre rivelato di aver contattato il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, per chiedergli di aiutarlo a elaborare un programma di riforme che vada nella direzione di una maggiore equita’ fiscale e della lotta alla corruzione. Il braccio di ferro tra Grecia è iniziato e la prima doccia dalla Bce non è tardata ad arrivare.
LA REAZIONE GRECA Atene risponde a Francoforte e lo fa in maniera decisa. Per prima cosa il governo di Tsipras ha chiarito che “la Grecia non fa ricatti e non li accetta”. Poco dopo il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis ha risposto alla mossa di mercoledì della Banca centrale europea, che ha deciso di non accettare più i titoli di Stato ellenici detenuti dalle banche del Paese in cambio di liquidità, con una provocazione durissima all’indirizzo di Berlino: “La Germania sa bene che cosa può succedere quando si scoraggia troppo a lungo una nazione orgogliosa e la si espone a trattative e preoccupazioni di una crisi del debito deflattiva, senza luce alla fine del tunnel: questa nazione prima o poi fermenta”. Un riferimento per nulla velato agli anni drammatici della nascita del nazionalsocialismo. “Siamo il primo tassello del domino che cade – ha sottolineato poi Varoufakis – ma non siamo i responsabili dell’effetto domino“.