di Maurizio Balistreri
Ma a essere in ginocchio è stato l’intero comparto creditizio europeo: la spagnola Santander, molto presente nel Regno Unito, ha perso il 19,89%, Bankia il 20,78%, Bbva il 16,18%. A Francoforte Deutsche Bank ha ceduto il 14,13%, Commerzbank il 12,99%; a Parigi Credit Agricole il 14%, SocGen il 20,57%, Bnp Paribas -17,4%; a Zurigo Credit Suisse il 13,4%, Ubs l’11%. Peggio della performance delle italiane hanno fatto le banche della Grecia: Eurobank -30%, Alpha Bank -29,66%, National Bank of Greece -28,57%, Piraeus Bank -29,6%. Mai Piazza Affari aveva perso così tanto. La Brexit ha mandato letteralmente a picco la Borsa di Milano, zavorrata dai titoli bancari che hanno accusato perdite anche oltre il 20%, mai segnate prima. L’indice principale Ftse Mib ha chiuso la seduta con una flessione monstre del 12,48% a 15.723 punti, facendo registrare il peggior calo da quanto è stato istituito e superando il record (negativo) che si era visto il 6 ottobre 2008 quando perse l’8,24%, in piena fase del post-crac di Lehman Brothers.
Quattro giorni dopo (10 ottobre 2008), in preda al panic-selling, l’S&P Mib prese un’altra batosta, perdendo il 7,14%, e il 16 ottobre di quell’anno un altro -6,78%. L’11 settembre 2001, nel giorno degli attentati delle Torri Gemelle, Piazza Affari crollò del 7,57%. Il primo novembre 2011 perse il 6,8%, nel giorno in cui il premier greco, George Papandreou, aveva mandato in tilt i mercati con la mossa a sorpresa di indire un referendum sul piano di salvataggio internazionale della Grecia. Altra perdita si registrò il 10 agosto 2011, in piena crisi dello spread, quando il Ftse Mib lasciò sul terreno il 6,65%. Mai, però, un calo a doppia cifra come oggi.