La Brexit è diventata realtà quando il Big Ben di Londra ha scandito le 23 del 31 gennaio 2020, alla mezzanotte ora di Bruxelles, sancendo il momento in cui la Gran Bretagna ha messo fine al periodo di transizione di 11 mesi e si è definitivamente lasciata alle spalle l’Unione Europea, proprio mentre nella maggior parte dell’Europa si festeggiava l’ingresso nel 2021.
Immagini che resteranno storiche: il primo camion che esce dal tunnel sotto la Manica in Francia dopo la Brexit, il primo Eurostar che arriva a Londra, il palazzo di Westminster deserto e avvolto dalla nebbia all’alba del primo gennaio anche per le restrizioni dovute al coronavirus, le operazioni che riprendono al porto di Dover senza troppi rallentamenti nonostanti i timori vista l’uscita dall’unione doganale e dal mercato unico europeo. Ma proprio mentre, tra gioia di alcuni e rammarico di altri britannici, si lascia l’Unione Europea, c’è la Scozia pronta a tornarvi. La prima ministra, Nicola Sturgeon, a capo del movimento indipendentista, lancia un messaggio chiarissimo: “Torneremo presto in Europa! Non spegnete le luci”, rilanciando la richiesta a Londra di un nuovo referendum sull’indipendenza dopo quello vinto dagli unionisti nel 2014. Il messaggio pubblicato su Twitter è accompagnato dalla foto della scritta Europe-Scotland proiettata su una facciata della sede della Commissione Ue a Bruxelles in cui la O di Europa e Scozia si intersecano in un cuore rosso.