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La caduta di Hama: i ribelli avanzano nel cuore della Siria

La città strategica di Hama è caduta nelle mani dei miliziani islamisti di Hayat Tahrir Al-Sham (HTS) e dei loro alleati, segnando un altro successo significativo per la coalizione ribelle che la scorsa settimana aveva già conquistato Aleppo. L’esercito siriano ha annunciato il “riposizionamento” delle proprie forze fuori dalla città per salvaguardare la vita dei civili e per evitare ulteriori danni durante i combattimenti.

La reazione dell’esercito siriano

In una dichiarazione televisiva, il ministro della Difesa siriano, Ali Mahmoud Abbas, ha spiegato che il riposizionamento delle truppe rientra in una strategia tattica, necessaria per affrontare le sfide sul campo. “La Siria, con il suo esercito, il suo popolo, e il sostegno degli alleati, è in grado di superare le difficoltà”, ha dichiarato Abbas, ribadendo la determinazione del governo di Damasco di fronte all’offensiva ribelle.

Secondo fonti locali, decine di migliaia di civili sono rimasti intrappolati nella regione, dove la situazione umanitaria è già critica. Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha lanciato un appello per un cessate il fuoco immediato e l’avvio di negoziati seri. “Dopo 14 anni di conflitto, è il momento di un nuovo approccio inclusivo”, ha detto, richiamando l’attenzione sulla necessità di attuare la risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza per ripristinare la sovranità e l’integrità territoriale della Siria.

L’impegno degli alleati e la posizione di Hezbollah

Il gruppo libanese Hezbollah ha ribadito il suo sostegno al governo siriano. Il suo leader, Naim Qassem, ha accusato Stati Uniti e Israele di orchestrare l’aggressione alla Siria attraverso il sostegno a gruppi ribelli, definiti “strumenti” utilizzati per destabilizzare il paese. “Saremo al fianco della Siria per fermare questa aggressione”, ha dichiarato Qassem, nel suo discorso pubblico più recente.

Conseguenze umanitarie e reazioni internazionali

I combattimenti hanno causato lo sfollamento di oltre 280.000 persone solo nell’ultima settimana, secondo il Programma Alimentare Mondiale (PAM). L’agenzia ha lanciato un appello urgente per ottenere supporto nella fornitura di cibo alle famiglie colpite. Intanto, l’ambasciata cinese in Siria ha consigliato ai propri cittadini di lasciare il paese a causa del peggioramento delle condizioni di sicurezza.

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha espresso preoccupazione per la situazione, sottolineando l’impegno della Turchia a prevenire ulteriori instabilità nella regione. Nel frattempo, il quotidiano cinese Global Times ha evidenziato l’aumento delle tensioni, riportando che i voli commerciali sono ancora disponibili per chi desidera lasciare il paese.

Prospettive future

La caduta di Hama e l’escalation nel nord-ovest della Siria rappresentano un ulteriore capitolo nella lunga e complessa guerra civile siriana, che dal 2011 ha devastato il paese. Con il fallimento degli accordi di de-escalation e l’incapacità di raggiungere un cessate il fuoco duraturo, la comunità internazionale è sempre più chiamata a intervenire per trovare una soluzione diplomatica al conflitto.

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redazione