Cinquantadue arrestati, 31 denunciati a piede libero, una gioielleria del valore stimato di 5 milioni di euro sequestrata: è questo il primo bilancio di una maxi inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli che ha smantellato un’associazione per delinquere finalizzata a compiere truffe agli anziani in tutta Italia, con l`aggravante (contestata a 14 arrestati) di favorire il clan camorristico “Contini”, che per questo odioso reato si avvaleva di un numero elevatissimo di persone organizzate in più batterie e operanti anche dalla Spagna. Secondo quanto spiegato dall’Arma, nel corso delle indagini, sono stati ricostruiti centinaia di episodi di truffa tentata o consumata ed è stato finalmente possibile fotografare il fenomeno criminale nella sua totalità, svelando regia, ruoli, funzioni, basi, modalità organizzative ed esecutive e tutti i collegamenti.
Le truffe “venivano organizzate e/o sono collegate alla zona di Napoli corrispondente ai quartieri Vasto, Arenaccia, San Giovannello e Borgo Sant`Antonio Abate, dove è attiva una stabile associazione criminale che utilizzava come luogo di ritrovo un club di Piazza Santa Maria della Fede, che gli stessi indagati chiamavano ‘il covo'”.
In questi diffusissimi raggiri, le vittime venivano circuite telefonicamente dagli indagati (i cosiddetti “telefonisti”) che, fingendosi assicuratore, avvocato o carabiniere comunicavano che un familiare aveva provocato un grave incidente stradale e che, per consentirne il rilascio da una caserma dell’Arma, era necessario consegnare denaro o altri valori, che in seguito venivano prelevati da un complice (“gli operativi sul territorio”) direttamente a casa delle vittime. Molti dei preziosi asportati venivano poi ricettati nella gioielleria di Napoli che è stata sottoposta a sequestro preventivo, “dimostrando anche lo stretto collegamento del titolare con il clan ‘Contini'”, articolazione della potente Alleanza di Secondigliano. L`indagine è stata avviata nel febbraio 2016 dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano ma a formare il quadro indiziario hanno contribuito significativamente anche gli esiti delle investigazioni dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Bergamo e dei poliziotti della Squadra Mobile di Genova, che si sono occupati di specifici episodi di truffa commessi nei loro territori. Gli inquirenti hanno sottolineato che l’interessa della camorra per questa attività criminale deriva dai rilevanti guadagni che è capace di garantire, a fronte di rischi bassissimi. Le investigazioni sono ancora in corso e per questo le forze dell’ordine invitano tutte le vittime che non lo hanno ancora fatto a sporgere denuncia.