La Cassazione conferma condanne per Fede e Minetti
Il giornalista: “Si puo’ mai pensare che io abbia indotto a prostituirsi ad Arcore?”. L’ex consigliera: “Un’ingiustizia, non me l’aspettavo”
Condanne confermate in via definitiva per Emilio Fede e Nicole Minetti nel processo Ruby bis. La quarta sezione penale della Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi dei due imputati contro la sentenza d’appello bis pronunciata dai giudici milanesi il 7 maggio dello scorso anno. Per l’ex direttore del Tg4, accusato di tentata induzione e favoreggiamento della prostituzione, la condanna definitiva e’ pari a 4 anni e 7 mesi di reclusione. Per l’ex consigliera regionale della Lombardia Minetti, sotto processo per favoreggiamento della prostituzione, la pena definitiva e’ di 2 anni e 10 mesi. Anche il sostituto pg Pina Casella, nella sua requisitoria aveva sollecitato la conferma delle condanne.
Per la fase di esecuzione delle pene definitive inflitte dalla Cassazione ad Emilio Fede e Nicole Minetti, bisognera’ attendere l’invio del dispositivo della sentenza della Suprema Corte alla Procura generale di Milano. Probabilmente gia’ a partire da oggi, o comunque nei prossimi giorni, con l’invio degli atti da Roma la Procura generale dovra’ emettere un ordine di carcerazione per Fede, la cui pena supera i 4 anni. Contestualmente, pero’, i legali dell’ex direttore del Tg4, gli avvocati Maurizio Paniz e Salvatore Pino, potranno presentare un’istanza di sospensione dell’ordine con richiesta di detenzione domiciliare perche’ Fede ha piu’ di 70 anni (ne ha 87), allegando magari anche motivi di salute. L’ordine di carcerazione, dunque, dovrebbe essere subito sospeso e Fede dovrebbe scontare i primi 7 mesi ai domiciliari nella propria abitazione e, a quel punto, solo successivamente avra’ la possibilita’ di chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali, come misura alternativa alla detenzione. Per Minetti, invece, condannata a 2 anni e 10 mesi, ci sara’ subito un ordine di sospensione della pena e i suoi legali, gli avvocati Pasquale Pantano e Paolo Righi, potranno presentare una richiesta di affidamento in prova ai giudici del Tribunale di Sorveglianza. [irp]
“Alla mia eta’ e’ una prova che credo di non meritare anche perche’ non ho fatto nulla”, ha detto Fede, spiegando che “e’ una sentenza che fa riflettere. E ad alta voce lo ripeto: si puo’ mai pensare che io, Emilio Fede, abbia indotto a prostituirsi ad Arcore cinque o sei ragazze che avevo appena visto e quasi non conoscevo?”. “Questa e’ una prova importante per me, per la mia famiglia e per la gente che mi vuol bene – ha proseguito -. Spero che il giudice che ha deciso la mia condanna abbia ben riflettuto. Io accetto e vado avanti con la mia famiglia”. “E’ una ingiustizia, non me l’aspettavo. Ho sempre avuto fiducia nei giudici pero’ questa volta e’ andata cosi’. Le sentenze vanno rispettate anche se questa mi pare davvero ingiusta”. Sono le parole invece che Nicole Minetti ha affidato a uno dei suoi difensori, Paolo Righi, per commentare la decisione con cui la Cassazione. La difesa di Nicole Minetti e’ pronta a fare “ricorso” alla Corte europea dei diritti dell’uomo contro la sentenza.