Politica

La cittadinanza italiana: tra restrizioni e proposte di riforma

L’Italia è nota per avere uno dei sistemi più rigorosi in Europa per l’ottenimento della cittadinanza, un fatto che continua a essere oggetto di dibattito politico. Nonostante diversi tentativi di riforma da parte del centrosinistra, nessuna proposta di legge è mai riuscita a modificare significativamente i meccanismi di accesso alla cittadinanza italiana, e non sembra che le attuali possibilità siano maggiori.

Il sistema attuale

La legge italiana sulla cittadinanza, introdotta nel 1992, si basa principalmente su tre modalità di acquisizione:

1. Per naturalizzazione È possibile ottenere la cittadinanza italiana al raggiungimento della maggiore età dopo dieci anni di residenza legale e ininterrotta in Italia.

2. Per matrimonio Uno straniero può ottenere la cittadinanza dopo due anni di residenza legale in Italia successivi al matrimonio con un cittadino italiano.

3. Per nascita La cittadinanza è automaticamente conferita a chi nasce da almeno un genitore italiano, secondo il principio dello “ius sanguinis”, ossia il “diritto di sangue”.

Tuttavia, se un minore nasce in Italia da genitori stranieri, non ottiene la cittadinanza italiana alla nascita. Può richiederla solo al compimento dei 18 anni, a condizione di aver risieduto legalmente e ininterrottamente nel paese e di fare domanda entro un anno dal raggiungimento della maggiore età.

Critiche e tentativi di riforma

Questo sistema è da tempo criticato per la sua rigidità e per le lunghe tempistiche burocratiche. Le critiche principali riguardano l’esclusione di decine di migliaia di bambini e ragazzi nati e cresciuti in Italia dai benefici della cittadinanza per molti anni, legando la loro condizione a quella dei genitori. In altre nazioni, come gli Stati Uniti, vige il principio dello “ius soli”, che garantisce la cittadinanza automatica a chi nasce sul territorio nazionale, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori. In Italia, nessuna proposta di legge ha mai preso in considerazione lo “ius soli” puro.

Nel 2015, una proposta di legge ha introdotto l’idea di uno “ius soli temperato”, che avrebbe permesso a un bambino nato in Italia di ottenere la cittadinanza se almeno uno dei genitori risiedeva legalmente in Italia da almeno cinque anni. Tale proposta includeva anche lo “ius culturae”, un principio che legava l’ottenimento della cittadinanza al completamento di un ciclo scolastico in Italia per i minori nati in Italia o arrivati entro i 12 anni. Tuttavia, la proposta non è mai diventata legge.

Nel 2022 è stata avanzata un’altra proposta di riforma chiamata “ius scholae”, che avrebbe concesso la cittadinanza ai minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni che avessero completato almeno cinque anni di scuola. Anche questa proposta è stata archiviata con il cambio di legislatura.

Studenti senza cittadinanza

Secondo un recente rapporto del Ministero dell’Istruzione, durante l’anno scolastico 2022-2023, il numero di studenti con cittadinanza non italiana nelle scuole italiane è aumentato, raggiungendo 914.860 unità, pari all’11,2% del totale. Tuttavia, il numero complessivo degli studenti è diminuito a causa del calo degli studenti con cittadinanza italiana.

La maggioranza degli studenti stranieri proviene da paesi europei, africani e asiatici, con i rumeni, gli albanesi e i marocchini che rappresentano oltre il 40% del totale. I dati evidenziano anche una significativa differenza nella regolarità del percorso scolastico tra studenti italiani e stranieri, con quest’ultimi che registrano un tasso di bocciatura e di abbandono scolastico molto più alto.

Un dato significativo è che il 65,4% degli studenti con cittadinanza non italiana è nato in Italia, una condizione che riapre il dibattito sulla necessità di rivedere i criteri di acquisizione della cittadinanza, affinché riflettano meglio la realtà socio-demografica del paese. In sostanza, la cittadinanza italiana rimane difficile da ottenere, soprattutto per coloro che sono nati e cresciuti in Italia ma non hanno genitori italiani. La questione della continua a essere un tema cruciale nel panorama politico italiano, ma il percorso verso una riforma sembra ancora lungo e incerto.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it
Condividi
Pubblicato da