La Consulta boccia l’autovelox senza revisione
“I fenomeni di obsolescenza e deterioramento possono pregiudicare non solo l’affidabilità delle apparecchiature, ma anche la fede pubblica che si ripone in un settore di significativa rilevanza sociale quale quello della sicurezza stradale”. Con queste motivazioni la Corte Costituzionale, nella sentenza n. 113/2015, ha “bocciato” la legittimità dell’articolo 45 del decreto legislativo 30 aprile 1992 (Nuovo Codice della Strada), nella parte in cui quest’ultimo non prevede che gli apparecchi per il controllo e l’accertamento dei limiti di velocità (come gli autovelox), vadano sottoposti a periodiche verifiche del loro funzionamento. “L’esonero da verifiche periodiche o successive ad eventi di manutenzione – scrivono i giudici della Consulta – appare intrinsecamente irragionevole”. La Corte Costituzionale si è espressa esaminando il dubbio di legittimità sollevato dalla Corte di Cassazione, chiamata a giudicare il ricorso di cittadino di Mondovì (in provincia di Cuneo). Quest’ultimo aveva deciso di rivolgersi alla Suprema Corte dopo che la prefettura di Cuneo aveva respinto il suo precedente ricorso contro un verbale della Polizia Stradale. Una decisione che, secondo le associazioni dei consumatori come l’Adusbef e Federconsumatori, ora potrebbe aprire la strada a risarcimenti per milioni di multe.