Cronaca

La Consulta sentenzia: migranti si conformino a valori occidentali

Sì alla società multietnica anche in Italia, ma a patto che gli immigrati conformino i loro valori a quelli del mondo occidentale che li ha accolti. A fissare questo paletto sono stati i giudici della prima sezione penale della Corte di Cassazione, con la sentenza 24084 di conferma della condanna per un indiano abituato, per credenze religiose, ad andarsene in giro con un pugnale, il Kirpan, attaccato alla cintura. Lo straniero dovrà pagare un`ammenda di 2000 euro. Lo straniero, un indiano che ha aderito alla religione Sikh, ha spiegato che il Kirpan è “un simbolo” della propria fede. I giudici hanno ribattuto che “nessun credo religioso può legittimare il porto in luogo pubblico di armi o di oggetti atti ad offendere”, e hanno spiegato che questo principio non pone alcun limite alla “libertà religiosa”. È dirompente la sentenza della prima sezione penale della Corte di Cassazione. Il caso in sé è banale.

A fare scalpore però sono state le motivazioni della sentenza, che non si concentrano tanto sul rispetto delle leggi italiane quanto sui “valori”. Secondo i giudici, “la decisione di stabilirsi in una società in cui è noto, e si ha consapevolezza, che i valori di riferimento sono diversi da quella di provenienza, ne impone il rispetto e non è tollerabile che l’attaccamento ai propri valori, seppure leciti secondo le leggi vigenti nel Paese di provenienza, porti alla violazione cosciente di quelli della società ospitante”. Inoltre, secondo gli ermellini, “la convivenza tra soggetti di etnia diversa richiede necessariamente l’identificazione di un nucleo comune in cui immigrati e società di accoglienza si debbono riconoscere. Se l’integrazione non impone l’abbandono della cultura d’origine, in consonanza con la previsione dell’articolo 2 della Costituzione che valorizza il pluralismo sociale, il limite invalicabile è costituito dal rispetto dei diritti umani e della civiltà giuridica della società ospitante”.

LE REAZIONI 

“Ciò che non ammette il governo, e viene negato dalla politica del buonismo deteriore, nasconde una realtà drammatica. Per fortuna a ristabilire i fatti e a indicare il giusto approccio ci ha pensato la Cassazione, con parole scolpite sulla pietra”. E’ questo il commento del Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia. “Chi viene da noi, ha sentenziato la Corte – aggiunge il governatore – deve fare come i 517 mila nuovi veneti che, da stranieri, hanno scelto il Veneto per realizzare un nuovo e onesto progetto di vita e che per questo hanno e avranno spazio, diritti, welfare. Chi invece sceglie un barcone, usando canali che le Procure, come Catanzaro e Catania, stanno scoperchiando come realtà orribili non può pensare di avere gli stessi diritti. Entrare in una società, significa infatti rispettare regole, costumi, modi di vita”. Per il vicepresidente leghista del Senato Roberto Calderoli, “la sentenza della Corte di Cassazione, che ha vietato ad un immigrato indiano sikh di girare armato del suo tradizionale pugnale, in quanto ‘non è tollerabile che l’attaccamento ai propri valori, seppure leciti secondo le leggi vigenti nel paese di provenienza, porti alla violazione cosciente di quelli della società ospitante’, rappresenta un precedente che, da adesso, deve riportare al rispetto totale delle nostre leggi, a cominciare da quella che vieta di girare in luoghi pubblici con un copricapo o un velo che travisano o nascondono il volto, per cui basta burqa o niqab in luoghi pubblici. Ma soprattutto questa sentenza deve rappresentare un chiaro monito a chi vuole vivere qui: se non accetti tutte le nostre regole qui non puoi restare e se queste regole non ti vanno bene puoi andartene altrove o tornare da dove sei venuto”, conclude Calderoli. Di sentenza “giusta” parla la parlamentare Ap Rosanna Scopelliti, secondo la quale “la decisione della Cassazione che ribadisce l’obbligo dei migranti di conformarsi ai valori della società ospitante è giusta e in linea con la necessità della popolazione di uniformarsi alle regole basilari come il rispetto dei diritti umani e il codice legislativo vigente”. “Attraverso questo – conclude – passa anche l’integrazione dei migranti che solo in questo modo riusciranno a farsi accettare, ma soprattutto a comprendere e vivere nel miglior modo possibile la società che li ospita. È impensabile che in uno stato si possa lasciare alcune fasce di popolazione libere di agire in base a leggi o usi di altri stati, sarebbe una violazione troppo grave e soprattutto metterebbe a rischio la stabilità sociale costruita con decenni di diritto e consuetudini”. Si affida a Facebook Mara Carfagna, parlamentare di Forza Italia: “La sentenza della Cassazione sancisce un principio sacrosanto: chi sceglie l’Italia come patria adottiva deve integrarsi, rispettando e non violando non solo le nostre leggi, ma anche i nostri valori, la nostra cultura e le nostre tradizioni”. Infine, il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Sacrosanta sentenza della Cassazione: se vuoi vivere in Italia devi rispettare la cultura, i valori e le leggi italiane. Punto”.

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